Possibili permessi per Filippo Turetta, omicida di Giulia Cecchettin. Il 23enne condannato all’ergastolo potrà, con il passare degli anni e a determinate condizioni, accedere progressivamente a benefici penitenziari previsti dall’ordinamento italiano. Se manterrà una buona condotta in carcere, potrebbe ottenere il primo permesso premio già entro il 2033, grazie anche al periodo di detenzione preventiva iniziato alla fine del 2023. Questo gli consentirebbe, ad esempio, di trascorrere il Natale con la sua famiglia.
I permessi premio per Filippo Turetta
Il permesso, ottenibile dopo aver scontato 10 anni di reclusione, però, non è automatico. Spetta, infatti, al magistrato di sorveglianza valutarne l’idoneità, tenendo conto di vari fattori tra cui la non pericolosità sociale, l’assenza di rischio di fuga, il ravvedimento sincero e l’adempimento degli obblighi risarcitori verso la parte civile.
Dopo 20 anni di pena, Turetta potrà fare richiesta di semilibertà, con possibilità di lavorare o studiare fuori dal carcere durante il giorno. La libertà condizionale potrebbe arrivare dopo 26 anni, ma potrebbe essere anticipata di cinque grazie alla liberazione anticipata, prevista per chi dimostra buona condotta. Solo dopo altri cinque anni, trascorsi sotto il regime della libertà vigilata, Turetta potrà considerarsi, a tutti gli effetti, un cittadino libero.
Le aggravanti della crudeltà e dallo stalking
La Corte d’Assise d’Appello potrebbe essere chiamata a esprimersi sul riconoscimento delle aggravanti della crudeltà e dello stalking, che in primo grado non erano state accolte. Tali aggravanti non comporterebbero un inasprimento della pena per Filippo Turetta, ma potrebbero tradursi nell’imposizione di un periodo di isolamento diurno, misura dal forte valore simbolico.
Come riporta Il Gazzettino, i legali della famiglia Cecchettin stanno insistendo per l’applicazione di questa misura, mentre lo stesso Turetta avrebbe espresso l’intenzione di rinunciarvi. Resta da capire se anche la Procura generale di Venezia deciderà di ritirare la richiesta di appello già depositata.


