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giovedì, Maggio 2, 2024
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Omicidio Maimone, la commovente lettera del parroco: “Francesco, aiuta tutti noi a non abituarci a queste notizie”

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Nella giornata di ieri è stato posto in stato di fermo il presunto assassino di Francesco Pio Maimone, il 18enne ammazzato nella notte tra domenica e lunedì davanti agli chalet di Mergellina, nel centro di Napoli. Si tratta di Francesco Pio Valda, 20enne di Barra figlio di Ciro Valda, affiliato al clan Amodio-Abrunzo, ucciso in un agguato di camorra durante la scissione dal clan Cuccaro il 21 gennaio 2013.

Maimone risulterebbe estraneo ai fatti. L’unico filo che, infatti, lo unisce al suo assassino è l’omonimia del nome. L’affronto sarebbe stato dovuto ad una scarpa che, erroneamente, il giovane avrebbe sporcato al suo assassino con un drink caduto dal bicchiere.

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Omicidio Francesco Pio Maimone, don Enzo Cimarelli: “Non siamo sconvolti, ormai siamo abituati”

Il giovane parroco di Pianura, don Enzo Cimarelli, che non potrà celebrare i funerali di Francesco Pio in quanto a Gerusalemme in queste ore, in un lungo messaggio pubblicato sui social e diventato virale in poche ore, punta il dito contro l’assenza delle istituzioni, soprattutto nei territori di periferia (dove killer e vittima sono nati e cresciuti), e ribadisce una triste quanto amara verità: “Non siamo sconvolti” perché purtroppo abituati a dolori simili in una città. Da qui l’impegno a continuare a lavorare per una “Napoli più giusta, equa, sicura, pacifica, una società in cui la morte di un bellissimo ragazzo come te non sia accolta come una cosa ormai normale ma sconvolgente”.

La lettera di don Cimarelli

Questa la lettera integrale di don Cimarelli, attraverso il suo profilo Facebook:

“Non siamo sconvolti ma attoniti e addolorati perché la vita di Francesco Pio, un giovane della nostra comunità, i suoi progetti e i suoi sogni sono stati interrotti da una mano criminale.
Non siamo sconvolti perché ci si sconvolge quando accade qualcosa che non ti aspetti, qualcosa di impensabile ma l’ondata di violenza e di morti di questi anni ci ha periodicamente abituati alle vita spezzate di tanti giovani della nostra città.
Non siamo sconvolti ma straziati perché solidali allo strazio di una famiglia, di un gruppo di amici, di un intero quartiere che ha visto un ragazzo pieno di speranza non far mai più ritorno nella sua casa, nel suo quartiere, tra i suoi cari.
Non siamo sconvolti perché queste notizie cadenzano ormai gli anni e segnano tempi e dolori collettivi e per questo siamo stanchi: stanchi dell’assenza delle istituzioni, perse nelle loro burocrazie, conti, tavoli; stanchi dell’omertà di chi fa finta di nulla e dell’indifferenza di chi si gira dall’altra parte, stanchi dell’individualismo di tutti e dell’incapacità di far rete sul serio, fino in fondo, per il bene dei piccoli.
Caro Francesco Pio, non siamo sconvolti da questo mare di dolore a cui ci siamo assuefatti ma siamo certi che dal cielo tu potrai sconvolgere i cuori induriti dal male, gli sguardi offuscati dagli interessi di parte, le menti prese da un’economia che non mette al centro i ragazzi e i giovani. E siamo certi anche che la tua presenza luminosa sosterrà i tuoi genitori, familiari e amici in queso momento di buia sofferenza. E noi, tua comunità parrocchiale, ti facciamo una promessa: lavoreremo senza stancarci, notte e giorno, per continuare la nostra missione educativa, adoperandoci per una Napoli più giusta, equa, sicura, pacifica, una società in cui la morte di un bellissimo ragazzo come te non sia accolta come una cosa ormai normale ma sconvolgente. Francesco Pio aiuta Napoli a sconvolgersi per la morte dei suoi ragazzi, aiuta tutti noi a non abituarci a notizie come queste!”

L’esultanza alla notizia dell’arresto di Valda

Erano circa le 19:40 quando nel quartiere di Pianura è arrivata la conferma del fermo del 20enne di Barra, che dovrà ora difendersi dall’accusa di omicidio volontario aggravato dalle finalità mafiose. A quell’ora era in corso una fiaccolata, in via Escrivà dove viveva il giovane, che ha visto la partecipazione di oltre una cinquantina di persone che hanno esposto uno striscione, con scritto “Kekko vive per sempre”, e acceso fumogeni. Molti di loro indossavano una maglietta bianca con sopra stampata la foto di Francesco Pio. Un lungo applauso ha accolto la notizia dell’arresto con l’amico del cuore, Carlo, l’ultima persona che ha visto il 18enne in vita, che fissando il cielo ha urlato più volte il suo nome: “Pio, Pio, dove sei”.

 

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