Si è consegnato ai carabinieri per poi essere ‘accompagnato’ presso il carcere di Secondigliano il boss di Fuorigrotta Francesco Iadonisi. Ritenuto a capo dell’omonimo gruppo attivo nel Rione Lauro. Nei suoi confronti emessa un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a seguito della condanna all’ergastolo emessa dalla Corte d’Assise d’Appello di Napoli per l’omicidio di Antonio Fiorillo. Il ras ucciso in via Tertulliano nel settembre del 2003. La sentenza per il delitto emessa lo scorso 21 luglio, I giudici hanno condannato al ‘carcere a vita’ sia ladonisi, in qualità di mandante, sia Gennaro Cesi, ritenuto esecutore materiale del delitto. La notizia riportata da Cronache di Napoli.
L’epurazione interna per la Procura decisa da Iadonisi
Le accuse nei confronti dei due imputati non sono corroborate dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. Questi anzi tendono ad escludere l’ipotesi dell’epurazione interne, ipotesi quest’ultima portata avanti dalla Dda. Secondo diversi pentiti Fiorillo si sarebbe recato in via Tertulliano probabilmente per incontrare qualcuno, nonostante sapesse che in quella zona avrebbe potuto incontrare qualche ‘nemico’. Cinque proiettili non gli lasciarono scampo. Secondo alcuni pentiti probabilmente venne ucciso da persone di un clan avversario. Secondo l’accusa, invece, si è trattata di un’epurazione interna decisa nel quartier generale di Fuorigrotta (la zona da cui proveniva Fiorillo e in cui era al sicuro).
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