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giovedì, Aprile 25, 2024
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Da “Made in Sud” alla fuga a Dubai con 300 mila euro, le ultime ore di libertà di Scavone

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All’indomani dell’arresto di 10 persone nell’ambito dell’inchiesta che ha portato alla luce una maxi truffa nell’ambito del lavoro interinale, emergono interessanti particolari sulle ultime ore di libertà di uno degli arrestati. Luigi Scavone, l’ex poliziotto diventato poi capo del gruppo di imprese Alma, la sera prima di essere arrestato si trovava dietro le quinte del programma “Made in Sud” in onda su Raidue. Poche ore dopo la sua visita negli studi napoletani dello show – estraneo ai fatti – l’uomo ha fatto ritorno a casa dove ad attenderlo c’era uno zaino pieno di mazzette di soldi (circa 300 mila euro), confezionati in pacchetti sottovuoto e abilmente occultati in modo da passare i controlli per l’imminente trasferimento a Dubai. A Scavone, finito in carcere, viene contestata l’associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale.

Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli, coordinato dalla Procura, ha scoperto la maxi frode fiscale da oltre 70 milioni di euro ed eseguito 10 misure cautelari (3 in carcere e 7 ai domiciliari) emesse dal Tribunale di Napoli nei confronti di altrettante persone ritenute responsabili della frode perpetrata attraverso il meccanismo delle indebite compensazioni. Eseguito anche il sequestro preventivo delle disponibilità finanziarie costituenti il profitto del reato nei confronti di 32 società e, per equivalente, dei beni patrimoniali riconducibili a 27 indagati, per un ammontare complessivo di oltre 70 milioni di euro, pari al danno provocato all’Erario.

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Le indagini sono scaturite da una verifica fiscale eseguita dall’Agenzia delle Entrate – Direzione Centrale Accertamento – nei confronti della Alma spa, società operante nella fornitura di lavoro temporaneo. Gli elementi raccolti nel corso del controllo fiscale facevano fin da subito emergere indizi tali da far supporre l’esistenza di un meccanismo fraudolento di portata e gravità più ampie rispetto alle violazioni che potevano essere contestate in ambito amministrativo dall’Agenzia delle Entrate. Le indagini hanno reso possibile l’individuazione di un sofisticato e imponente sistema per frodare il Fisco attraverso il meccanismo delle indebite compensazioni d’imposta. La compensazione tributaria consiste nella possibilità riconosciuta al contribuente che vanta un credito nei confronti dell’Erario di utilizzarlo per il pagamento di eventuali debiti nei confronti dello stesso ente.

I soggetti indagati sono complessivamente 27, tra cui tre consulenti fiscali napoletani in stretto rapporto con i principali imprenditori coinvolti, Francesco Barbatino e Luigi Scavone. Questi ultimi avrebbero gestito, tramite prestanomi compiacenti, oltre 30 compagini societarie con 17mila dipendenti e un fatturato di circa 400 milioni di euro per il solo anno 2017.

 

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