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domenica, Aprile 28, 2024
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«Vi schiattiamo la testa», le minacce agli esercenti di Romano e dei nuovi ras di Abbasc Miano

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«Ora sto io qua, qualsiasi cosa chiamate me». Inizia con queste parole pronunciate da Eduardo Franco Romano il calvario di due commercianti di Chiaiano, entrati, loro malgrado, nel mirino dei nuovi signori del racket collegati al gruppo di ‘Abbasc Miano’. Formazione criminale che, dopo l’arresto del suo leader Matteo Balzano, era guidato dal suocero di quest’ultimo, Romano appunto. E’ lui uno dei sette fermati nel blitz condotto la scorsa notte dagli uomini della squadra mobile di concerto con gli agenti del commissariato di Scampia (leggi qui l’articolo di lancio). I sette (oltre Romano anche Cristian Celentano, Maurizio Aceto, Antonio Aceto, Luciano Carbone, Giovanni Castiello e Salvatore Maggiore) avrebbero iniziato a vessare i commercianti della zona e in particolare i titolari di un negozio di abbigliamento, negozio in cui per la prima volta si reca lo scorso settembre proprio Romano. L’uomo, accompagnato da Luciano Carbone che lo presenta come «’o gnor e Matteo», chiede ai commercianti se la sua famiglia gli deve qualcosa e quest’ultimi gli fanno presente che i giovani ras del gruppo avevano in precedenza portato via, senza pagare, merce pari ad un valore di 8mila euro. Romano gli fa capire di non voler pagare quella cifra specificando che adesso c’è lui e che per qualsiasi cosa gli esercenti possono fare riferimento a lui. Particolari tutti presenti nel decreto firmato dal pubblico ministero Maria Sepe.

Le minacce di quelli di Abbasc Miano e il ruolo di Eduardo Franco Romano

E’ solo l’inizio. Il commerciante, che solo due settimane fa ha sporto denuncia presso il commissariato di Scampia, racconta agli investigatori che il 27 settembre 2022 arrivano nel negozio Celentano Cristian, Romano Eduardo, Castiello Giovanni, Maggiore Salvatore
Carbone Luciano e Aceto Maurizio, questi ultimi a bordo di una auto. In quell’occasione Romano prende della merce per un valore superiore alle 500 euro con l’esercente che intuisce subito che quei capi non sarebbero stati più pagati come riferito in sede di denuncia:«Noi capimmo che non ci avrebbe mai pagato nulla ma per timore non dicemmo nulla. Presi i vestili andarono via e ovviamente mai nessuno pagò». I problemi però non sono finiti come raccontato dallo stesso esercente:«Nel mese di novembre si presentò al negozio accompagnato da Salvatore Maggiore un giovane che già in precedenza si era presentato come il figlio di Romano. Ci chiese di aprire un conto per tutti loro in quanto doveva comprare sei tute. Mio fratello rispose dicendo che aveva già spiegato al padre che non potevamo più aprire conti e che che se fossero venuti ad acquistare merce gliel’avremmo venduta al costo di acquisto per noi. Il ragazzo andò via. Dopo 10 minuti, Salvatore Maggiore ci disse con toni violenti e minacciosi testuali parole:’Ha detto Christian (Celentano ndr) tenete dieci minuti per chiudere il negozio o vi schiattiamo la testa e dirigendosi verso l’uscita ci minacciò ‘vi schiattiamo la testa’».

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L’imposizione dei gadget natalizi

«A fine novembre-inizio dicembre vennero al negozio Maggiore e Aceto e ci dissero di prendere da loro 150 pezzi tra calendari e accendini al costo di 150 euro. Capimmo che non si trattava di una scelta ma di una pretesa e che non potevamo rifiutare e quindi acconsentimmo». Richieste che non si fermeranno qui perchè dopo qualche settimana Celentano, indicato come un fedelissimo di Romano, tornerà alla carica pretendendo il pagamento di 1500 euro come estorsione e come ‘prezzo’ per aver ricevuto un rifiuto alla richiesta di apertura di un conto.

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