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venerdì, Marzo 29, 2024
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Ras ucciso a Barra, dopo il delitto il summit in un ristorante: «Prendemmo in ostaggio il parente del boss Pagano»

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Sono tanti i collaboratori di giustizia che hanno aiutato gli inquirenti a far luce sul duplice omicidio di Ciro Abrunzo e Franco Gaiola, uccisi da un commando degli Amato-Pagano nel giugno del 2012. Oltre le dichiarazioni rese ai magistrati dalle ‘gole profonde’ della scissione (leggi qui l’articolo) particolarmente rilevanti sono le dichiarazioni dei pentiti sul fronte Vanella Grassi come Rosario Guarino, dichiarazioni che rivelano come, dopo quel duplice delitto, vi fu un rimescolamento di alleanze che trasformò la geopolitica criminale dell’area nord.

Le dichiarazioni di Rosario Guarino

Nel verbale reso ai magistrati subito dopo il suo pentimento ‘Joe Banana’ chiarisce cosa accadde quei giorni:«Nel novembre del 2011 venne da me il figlio del Fraulese, elemento di spicco degli Amato/Pagano, ossia Paolo, figlio più piccolo di Ciro Caiazza; Paolo mi disse che Cercato Carmine, detto tekendo’, cognato di Pagano Cesare, braccio destro del capo Riccio Mariano, mi voleva incontrare. lo accettai ma posi una condizione, volevo che rimanesse in ostaggio nella Vinella il figlio; effettivamente dopo 2/3 giorni e rimase in ostaggio Baiano Emanuele, altro genero di Pagano Cesare, elemento di spicco di detto clan.

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Quel giorno venne a prendermi Russo, ossia Cicciariello, affiliato al clan Amato/Pagano, con ruolo di killer, si occupa di droga, della cassa di Riccio Mariano e coadiuvava gli spostamenti del capo latitante; gestiva anche le armi del clan. Io e Lucarelli Gennaro andammo in auto con lui e ci recammo in un ristorante credo a Bacoli; nel ristorante vi erano due tavoli, uno principale dove ci sedemmo; io, Lucarelli, Cerreto Carmine e con mia grande sorpresa anche Riccio Mariano, poi c’era anche Romano Mirco, anche lui killer degli Amato/Pagano, nonché Caiazza Antonio, all’epoca latitante. Nel secondo tavolo, erano seduti i guardaspalle, ossia llliano Giovanni, Quattrosoldi, Teatro Raffaele, Russo Cicciariello, Mustafà e Caiazza Paolo.

Nell’occasione prese la parola Riccio il quale disse chiaramente di essere dispiaciuto della frattura tra noi e il clan Amato/Pagano e che lui non era contro di noi ma contro gli Abete/Abbinante; a questo discorso Cerreto assentiva. Riccio mi disse che Sce-Sce, parente di Pagano Cesare, aveva avuto un incontro con Abete Arcangelo e Esposito Giovanni, detto il morto, i quali dissero a Sce Sce che lui avrebbe ucciso noi della Vinella. Questo discorso Abete lo fece a Sce/Sce, ossia Pagano Vincenzo, ritenendo che quest’ultimo contasse qualcosa nel clan, che, invece, era retto da Riccio e poi da Cerreto. Per come lei mi chiede io sono certo di tale gerarchia, in quanto il Riccio dopo avermi raccontato delle parole di Pagano Vincenzo, mi disse di stare tranquillo, perchè chi comandava era lui che faceva la volontà del suocero Pagano Cesare».

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