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mercoledì, Giugno 26, 2024
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Reddito di cittadinanza, pugno duro del Governo: “Chi lo perde trovi un lavoro, ci sono 500mila posti”

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Il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, ha analizzato le prospettive del mondo del lavoro per delineare le dinamiche del “post-reddito di cittadinanza“. Ha parlato chiaro Durigon, non c’è da preoccuparsi: il lavoro c’è.

Claudio Durigon in un’intervista ha parlato del mercato del lavoro, cercando, a suo modo, di motivare i percettori del reddito di cittadinanza. La riforma ideata dal leader pentagonale Giuseppe Conte è sempre stata criticata da una parte della destra italiana. Tra i banchi della destra le opinioni erano varie, nessuno però si schierava apertamente a favore del bonus civile, soprattutto negli ultimi tempi. Se per alcuni la riforma in se non era sbagliata ma le sue modalità d’applicazione necessitavano di ulteriori controlli per non intralciare il mondo del lavoro, per altri andava completamente abolita.

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Claudio Durigon in un’intervista ha infatti incoraggiato i percettori del reddito di cittadinanza a trovare già ora un lavoro. Il monito arriva con alcuni dati dal mercato del lavoro. A detta di Durigon infatti in Italia il lavoro c’è ed andrebbe occupato da subito dai percettori che possono. Si parlerebbe di circa 500.000 posti messi a disposizione dalle aziende italiane. Durigon spiega che tra i vari obiettivi vi è anche quello di cercare di aiutare i lavoratori durante la loro formazione. “Potenzieremo formazione e incentivi, lo Stato ha il dovere di prospettare soluzioni agli occupabili” dice.

Le parole di Durigon 

Il sistema del Reddito ha fallito: è evidente a tutti. Noi lo togliamo solo a chi può lavorare e si adagia nella sua condizione attuale. La vera sfida non è dare un sussidio, ma il lavoro. E le offerte non mancano, visto che le aziende cercano 500 mila lavoratori secondo Anpal-Unioncamere. Il nostro dovere è cercare di fare il possibile per incrociare queste esigenze con i profili dei percettori. Dopodiché vale la regola della Naspi: finita la disoccupazione, bisogna cercarsi un posto” spiega.

Parla poi del salario minimo: “Non è nel menù di questo decreto. E non abbiamo intenzione di introdurlo per legge. Ma di lasciare spazio anche qui alla contrattazione tra le parti“. “Il 12 gennaio abbiamo un primo tavolo di confronto con le parti sociali. Il tema è molto caro alla ministra Calderone. Si tratta di un’emergenza sociale: impensabile avere mille morti all’anno. Fa male. Vogliamo capire quali settori hanno bisogno di norme più stringenti. E quali più innovative. L’Inail deve incidere di più” così parla sui tristi dati delle morti sul lavoro.

Conclude poi parlando delle pensioni: “Il 19 gennaio cominceremo a parlarne con i sindacati. Bisogna mettere tutte le vie d’uscita a sistema, intervenire in modo strutturale. Dare certezze ai giovani che hanno buchi di contribuzione in carriera, anche defiscalizzando le aziende che li coprono. Aiutare le donne e madri. E introdurre Quota 41 secca“.

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