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giovedì, Marzo 28, 2024
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Risponde ad annuncio per babysitter ma viene violentata da una coppia

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Gli agenti della Squadra Mobile di Verona ha tratto in arresto ieri pomeriggio una coppia di coniugi responsabile di violenza sessuale e sequestro di persona commessi nei confronti di una giovane italianastudentessa universitaria. Gli arrestati sono Mirko Altimari, 31 anni, e Giulia Buccaro, 28 anni.

La ragazza, nel primo pomeriggio del 10 gennaio aveva risposto ad un annuncio di baby-sitting pubblicato sui social, offrendo la propria disponibilità per accudire un bambino e lasciando il proprio recapito telefonico. La ragazza veniva poi contattata dalla coppia di trentenni e dopo un breve scambio di informazioni, si accordavano perché facesse da baby sitter quella stessa sera. Intorno alle ore 23 nel luogo convenuto per l’appuntamento, in via Porta Vescovo, la ragazza è stata raggiunta in automobile dalla donna e, dopo essere salita a bordo le due si sono dirette in un altro luogo dove le aspettava il marito.

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Da lì, anziché raggiungere l’abitazione per effettuare il servizio di baby sitting, la coppia ha portato la ragazza in un campo nelle zone di Poiano, ed è qui che, mentre la donna è scesa dall’auto e si è allontanata, il marito ha abusato sessualmente della giovane ragazza sotto minaccia di un taglierino e le ha scattato una foto a torso nudo, minacciandola di divulgarla qualora fosse stato denunciato alla Polizia.

La segnalazione dell’accaduto è pervenuta, alla Centrale Operativa della Questura venerdì, intorno alle 2.30 del mattino.  La ragazza, invece, ha avuto fiducia della Polizia di Stato e ha sporto querela presso la Questura di Verona che ha consentito agli investigatori della Squadra Mobile di raccogliere elementi accusatori nei confronti della che hanno permesso all’Autorità Giudiziaria di Verona di emettere una custodia cautelare in carcere per rispondere dei reati di violenza sessuale aggravata dall’uso del taglierino e sequestro di persona. La ragazza, cui sono state prestate immediatamente le cure necessarie dagli operatori sanitari dell’Ospedale di Borgo Trento, ha sporto, in seguito, querela presso la Questura di Verona. 

Le indagini proseguiranno per accertare ulteriori responsabilità a carico degli stessi e per verificare, nello specifico, se questa tecnica di adescamento non sia stata utilizzata nei confronti di altre vittime.

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