giovedì, Agosto 14, 2025
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Orco in semilibertà, la mamma del piccolo Tommy: ‘E’ un’ingiustizia’

Salvatore Raimondi, condannato a 20 anni per il rapimento del piccolo Tommaso ‘Tommy’  Onofri, di soli 18 mesi, ha ottenuto la semilibertà: esce la mattina presto dal carcere di Forlì e lavora come magazziniere.

Ne dà notizia la Gazzetta di Parma.

I giudici del tribunale di Parma, al processo, dettero credito alla sua versione dei fatti: fu lui che la sera del 2 marzo 2006 sfilò il piccolo Tommy dal seggiolone e lasciò un impronta sul nastro adesivo con cui fu legata tutta la famiglia, ma fu Mario Alessi ad uccidere il bambino. Alessi è stato condannato all’ergastolo mentre Antonella Conserva, all’epoca compagna di Alessi, sta finendo di scontare una condanna a 24 anni.

Raimondi ha già scontato 16 anni e mezzo di carcere, ma non è ancora libero perché nel 2018 è stato condannato a tre anni e mezzo per estorsione nei confronti di un altro detenuto.

“Provo una profonda amarezza – dice sempre alla Gazzetta di Parma Paola Pellinghelli, la madre del piccolo Tommy – quando sento parlare di permessi, sconti o semilibertà. Questa non è giustizia, è ingiustizia”.

Cosa accadde il 2 marzo 2006

La sera del 2 marzo 2006 Mario Alessi e Salvatore Raimondi – a volto coperto, armati con coltello e pistola – fecero irruzione nel casale della famiglia a Casalbaroncolo, nelle campagne di Parma. Tommy, 18 mesi, venne strappato dal seggiolone nella sua casa. Alessi conosceva bene la casa per aver fatto lì dei lavori edili.

I due provocarono un blackout, Paolo Onofri uscì in cortile dove c’era il contatore elettrico: qui i malviventi lo bloccarono, poi legarono con lo scotch lui, la moglie e l’altro figlio Sebastiano, otto anni all’epoca, presero 150 euro, strapparono Tommy dal seggiolone e se ne andarono in scooter.

Una sera terribile con i sequestratori, Mario Alessi e Salvatore Raimondi, che trascinarono via il piccolo a poche centinaia di metri di distanza. Secondo quanto stabilito dai giudici, Tommy fu ucciso da Mario Alessi a colpi di badile, solo perché piangeva troppo forte.  “La rapina è stata una farsa”, disse convinto Onofri appena 24 ore dopo l’assalto.

Il piccolo Tommaso fu seppellito subito lì, sull’argine del torrente Enza lungo strada del Traglione, luogo di droga e prostituzione, e dove fu ritrovato un mese più tardi – il 1 aprile – quando i due orchi alla fine confessarono il terribile delitto.

Una tragedia che sconvolse l’Italia, tutta unita per un mese, tra attesa e speranza, al fianco di Paolo Onofri e Paola Pellinghelli. Una vicenda che distrusse quella famiglia, con papà Paolo colpito dopo qualche tempo da infarto e rimasto in stato vegetativo per anni prima di spegnersi definitivamente.

Redazione Internapoli
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