Era ai domiciliari dopo una condanna a 12 anni di carcere per spaccio di droga, ottiene la completa scarcerazione. Si tratta di Salvatore Servino, classe ’89, di Marano.
Servino fu arrestato e finì in carcere nel blitz ‘Piazza pulita’ risalente al febbraio 2020 contro il clan Orlando, egemone a Marano, Calvizzano e Quarto. I carabinieri diedero esecuzione a 24 misure cautelari emesse dal tribunale di Napoli all’esito di un’indagine coordinata dai magistrati della Dda di Napoli. Tra loro c’era chi gestiva le “mesate” da pagare ai familiari degli affiliati in carcere.
Tra questi c’era anche Servino. Dopo essere finito nel carcere di Secondigliano, il giudice gli concesse gli arresti domiciliari. Nel corso del processo con rito Abbreviato è stato condannato in primo grado alla pena di 12 anni di reclusione.
L’avvocato Alessandro Caserta ha presentato l’istanza per la revoca della misura cautelare per scadenza dei termini di custodia cautelare. L’istanza è stata accolta in Corte d’Appello – VI Sezione Penale – che ne ha disposto l’immediata liberazione senza nessuna restrizione.
L’operazione “Piazza pulita”
Il blitz consentì di raccogliere a carico degli arrestati gravi indizi di colpevolezza in ordine alla loro partecipazione, a vario titolo, ad un’associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti (cocaina, hashish e marijuana), spaccio e detenzione ai fini di spaccio in concorso, con l’aggravante di avere agito al fine di agevolare l’attività dell’associazione camorristica denominata clan “Orlando”, egemone sul territorio di Marano di Napoli, Quarto Flegreo e zone limitrofe.
Per alcuni di loro, oltre ai reati appena citati, la Procura aveva contestato anche l’art. 416 bis, ovvero di essere veri e propri affiliati al “sistema”. L’operazione smantellò tale organizzazione che gestiva in particolare la distribuzione e la cessione della droga, sia a rivenditori all’ingrosso, sia ai pusher delle principali piazze di spaccio del territorio, estendendo le proprie maglie finanche ai territori del basso Lazio e della Sardegna, regioni che alimentavano di droga attraverso referenti del luogo. A supporto di quanto emerso in fase d’indagine sono state le varie dichiarazioni dei collaboratori di giustizia che hanno confermato le risultanze raccolte dai carabinieri. Nel corso dell’indagine, durata oltre due anni, i militari sequestrarono oltre 40 chili di sostanza stupefacente e hanno documentato i ruoli di ciascun indagato all’interno del sodalizio.