Elena Santarelli ha raccontato nei minimi dettagli la malattia del figlio. Un racconto straziante quello fatto dalla showgirl in un’intervista al Corriere della Sera, in cui ha raccontato il dramma dalla scoperta della malattia e di come la sua famiglia la sta affrontando.
La forza di Elena Santarelli
La Santarelli ha ammesso di non aver mai pianto in presenza del figlio e di quanta forza sta avendo per aiutare Giacomo a superare questo difficile periodo che ha sconvolto tutta la sua famiglia.“Non ho mai pianto in presenza di mio figlio. Mai, Mai, mai, mai. A volte, mi chiedo: com’è possibile? Ma in certi frangenti, la forza arriva. Io non ho mai trattato mio figlio da malato, gli ho sempre detto che, mentre si fanno le chemio, si studia e questo ha creato una normalità nella mia vita e nella sua“, ha dichiarato la showgirl.
La scoperta della malattia
La scoperta della malattia è avvenuta il 30 Novembre dopo alcuni accertamenti fatti in ospedale, dettati dall’istinto materno, perchè c’era qualcosa che in Giacomo non andava e Elena lo aveva notato. “La cosa peggiore è che non ero presente alla risonanza. Ero stata operata all’anca e avevo stampelle e dolori, è andato solo Bernardo, ma non avevamo sospetti, era un esame fatto per precauzione. Quando mio marito è tornato a casa, gliel’ho letto in faccia. Sono andata in bagno e ho vomitato. Poi, mi sono messa a piangere in silenzio, per non farmi sentire da mio figlio. Giacomo mi ha chiesto di giocare alla Playstation e l’ho fatto. Ho passato la notte su Internet a cercare le parole del referto e a chiamare amici che conoscevano medici”, ha raccontato così quei drammatici momenti la Santarelli
La diagnosi e la terapia di Giacomo
Dopo gli esami di routine del piccolo, la Santarelli e Corradi hanno dovuto affrontare i medici del Bambin Gesù di Roma che hanno diagnosticato il tumore a Giacomo. Il bambino ha iniziato la terapia, fortunatamente con ottime possibilità di guarire. Elena e Bernardo hanno reagito a questo momento durissimo cercando, semplicemente, di fare la vita di sempre, per “far sentire la normalità a Giacomo”. La Santarelli ha così descritto quel momento: “Senza esame istologico e profilo di metilazione, non puoi prevedere le percentuali di sopravvivenza. Poi, ci sono risonanze che dicono che si è troppo oltre per una cura, ma non è la nostra storia. La paura della morte era solo nella mia testa. La prima sera in reparto è stata la più dura. Non volevo che Giacomo vedesse i bambini intubati. Non potevamo dirgli subito: ora fai la chemio, perdi i capelli, combatti le cellule.
Ci siamo arrivati piano piano con l’aiuto, fondamentale, degli psicologi. (…) I primi giorni, stavo come una scappata di casa e non è da me. I bimbi sono astuti, ho capito che dovevo farmi la piega, mettere il solito rossetto, anche se mi sentivo giudicata, in ospedale, col rossetto. Ma ho fatto bene. Quando gli do un calcio nel sedere, bonariamente, non mi dice “mamma, ho il tumore”. La malattia non l’ha cambiato molto, ha solo perso i capelli. Ma sono stanca di chi mi dice “tanto è maschio”. Io ragiono con la sua testa e so che ne soffre. Mi strapperei i miei capelli per darli a lui”.
La speranza di Elena Santarelli
La Santarelli insieme al marito hanno solo una speranza, quella di vedere il figlio fuori pericolo.”Aspettiamo di sentirci dire che siamo a fine terapia. Non sarà presto. Il percorso è lungo, confidiamo di essere nell’80 per cento che si salva. Il momento più brutto è stato quando, di notte, con la torcia, andavo a raccogliere i capelli di Giacomo dal cuscino, per non farglieli trovare al mattino. Quei momenti erano una pugnalata. Metti al mondo un figlio e vuoi proteggerlo, ma non sai che puoi sentirti così tanto impotente“, ha concluso cosi l’intervista la Santarelli.