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venerdì, Marzo 29, 2024
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Scoperto tesoro del clan: montagna di soldi nascosta nel muro di casa di un insospettabile

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Nel corso della notte del 10 febbraio la Guardia di Finanza di Crotone ha effettuato una
serie di perquisizioni in esecuzione di un provvedimento emesso dalla Procura di
Catanzaro a carico di persone accusate di aver occultato denaro contante per conto del
capo del “locale di ‘ndrangheta” di San Leonardo di Cutro. L’attività, coordinata dal
Procuratore Capo Dott. Nicola Gratteri e diretta dal Sostituto Procuratore Dott.
Domenico Guarascio, ha consentito di sequestrare ingenti somme di denaro provento
dei delitti della cosca.

La precedente indagine “MALAPIANTA”, sempre condotta dai finanzieri di
Crotone diretti e coordinati dalla Procura di Catanzaro, consentiva di scoprire
l’esistenza di una “locale di ‘ndrangheta” nell’agro di San Leonardo, ricadente
nel Comune di Cutro, in provincia di Crotone, facente capo alle famiglie
MANNOLO, TRAPASSO e ZOFFREO con ramificazioni operative non solo in
Calabria ma anche in Puglia, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, nonché, con
proiezioni estere.

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Si accertava che a capo del sodalizio era Alfonso MANNOLO che, per come emerge
da una conversazione captata in modalità ambientale alcuni anni fa, fu inserito fra i
“grandi della ‘ndrangheta” da Nicolino GRANDE ARACRI che ne sanciva,
dunque, l’autorità mafiosa.
In “MALAPIANTA” erano emersi elementi che facevano supporre come il boss di San
Leonardo avesse incaricato persone “insospettabili” ma legate alla cosca, di custodire
per suo conto ingenti somme di denaro contante.
Venne pertanto avviata l’odierna operazione “SOLDI ROSSO SANGUE” con la
quale la Guardia di Finanza di Crotone ha posto in essere indagini finalizzate, fra l’altro, all’individuazione della liquidità contante del boss del “locale” di
‘ndrangheta di san Leonardo di Cutro, Alfonso Mannolo (attualmente detenuto).

I finanzieri hanno pertanto: analizzato le attività di intercettazione; esaminato le stesse captazioni alla luce delle dichiarazioni del figlio del capo cosca, Dante Mannolo, il quale ha intrapreso il percorso di collaborazione con la giustizia;
passato al setaccio le frequentazioni degli affiliati alla cosca e le loro amicizie e, non
da ultimo, hanno dato luogo a impegnativi servizi occulti di osservazione.
In tal modo venivano identificati alcuni soggetti ed individuati una serie di siti ove era
presumibile ritenere fossero occultate somme di denaro contante. Denaro la cui
custodia o, in alternativa, la gestione, era stata demandata dal capo della locale di
‘ndrangheta ai predetti soggetti alla stessa vicini.

Nel corso delle perquisizioni effettuate dai finanzieri all’alba del 10 febbraio, occultate
all’interno di intercapedini dei muri di un’abitazione e di un muro di cinta di una
villa, sono state rinvenute mazzette di denaro contante per un totale di 360.000
euro circa. Con l’Operazione “SOLDI ROSSO SANGUE” e’ stata colpita la
cassaforte della cosca di ‘ndrangheta dei MANNOLO costituita con i proventi di
usura, estorsione e traffico di droga.
Denaro pronto ad essere reimpiegato nelle attività criminali della cosca san
leonardese.

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