L’isola artificiale Taiwan, situata nel golfo di Dubai, è stata sequestrata dal Tribunale di Napoli. Era di proprietà dell’ex di Raffaele Imperiale, ex narcotrafficante oggi collaboratore di giustizia. Mesi addietro l’aveva offerta alla giustizia italiana, tramite il pm Maurizio De Marco con la speranza di ottenere uno sconto di pena in un processo in cui è imputato.
Da un lato per accertare i passaggi di mano che hanno riguardato l’intestazione dell’isola; dall’altro invece per stabilire le condizioni, sul piano internazionale, di una rogatoria per eseguire il sequestro e la futura confisca. Taiwan sarebbe stata realizzata grazie al contributo di un archistar. “Ha accettato di realizzare questo progetto perché non mi conosceva. Quell’isola mi è costata 30 milioni di dollari, venne comprata da me nel 2008”, ha affermato Imperiale.
Il sequestro dell’isola di Raffaele Imperiale
L’isola, secondo quanto ha raccontato il collaboratore di giustizia, è intestata a una società immobiliare nata anche grazie a capitali dell’ex narcos. Dunque è intestata a un cittadino napoletano, un imprenditore che vive al Nord e che ha per anni lavorato tra Madrid e Dubai. Dalla documentazione fornita dagli amministratori della società, scrive Leandro Del Gaudio su il Mattino, è emersa la proprietà riconducile all’ex boss.
Fattore determinante per sostenere la richiesta di sequestro che è stata firmata dal gup del Tribunale partenopeo, Maria Luisa Miranda. Il provvedimento è stato notificato a Imperiale ed è stata attivata una procedura di mutua assistenza giudiziaria con gli Emirati Arabi, per una rogatoria finalizzata alla presa in possesso.
Difeso dal penalista genovese Maurizio Frizzi, Imperiale ha ricevuto alcuni giorni fa la notifica del sequestro dell’isola. Difficile immaginare che faccia ricorso al Riesame, di fronte alla sua disponibilità a collaborare con la giustizia.