I giudici del Riesame del Tribunale di Napoli hanno suggerito una perizia psichiatrica per la 24enne che ha denunciato di essere stata vittima di uno stupro il 5 marzo scorso. La versione della giovane, in contrasto secondo i giudici con quanto emerso dalle telecamere, dovrà essere vagliata da esperti per configurare il quadro psicopatologico della ragazza. E’ stata giudicata inattendibile in virtù di un profilo psicologico già noto e per cui era già in cura. Dalle telecamere non emergerebbe, secondo quanto emerso, nessun tipo di violenza, ma un rapporto consenziente consumato dalla 24enne con i 3 giovani accusati di stupro e poi scarcerati, non senza polemiche.
Le immagini dell’impianto di videosorveglianza smentirebbero il racconto della giovane: i frame visti e rivisti immortalerebbero un gruppo di amici che si incontrano, senza la drammaticità emersa dal racconto. Normali conversazioni. I 4 fumano, chiacchierano e poi si appartano, senza costrizioni. Le immagini raccontano anche altro: dopo aver consumato il rapporto sessuale all’interno dell’ascensore, il gruppo resta insieme, senza tensione e senza dramma. Questa è la “prova” che smentirebbe la ferocia del gruppo e la violenza sessuale.
La giovane avrebbe dunque inventato tutto. Non sarebbe attendibile. Queste le conclusioni dei giudici che hanno deciso per la scarcerazione di Raffaele Borriello, Alessandro Sbrescia e Antonio Cozzolino. Ad avvalorare questa tesi è anche il quadro psicologico della ragazza emerso in queste settimane di indagini. Secondo quanto appurato dagli investigatori, infatti, “stando al quadro clinico dell’ospedale di Torre del Greco – si legge su Il Mattino – a partire dal 2016 emerge una ragazza disturbata, che vive in modo complesso e patologico la sfera sessuale, in un contesto familiare problematico”. Di conseguenza anche le relazioni mediche disposte dalla Procura ed effettuate al Cardarelli andrebbero considerate prive di valenza probatoria.