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Tavolo tecnico su Terra dei Fuochi, sì alla bonifica dei 3 siti più inquinati

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Il tavolo tecnico su Terra dei Fuochi, giunto alla sua nona riunione da maggio 2024, ha finalmente segnato una svolta decisiva per la bonifica di alcune delle aree più inquinate d’Italia. Un incontro che ha visto la partecipazione dei Prefetti Michele Di Bari e Ciro Silvestro, dei sindaci, delle forze dell’ordine, dei consulenti ASL e ARPAC, e di un rappresentante della Regione Campania. Un ulteriore passo avanti è stato possibile grazie alla costante pressione del Vescovo Antonio Di Donna, il quale ha sollevato con determinazione la questione delle bonifiche, portando finalmente a una serie di azioni concrete.

Dopo anni di inerzia e di negazionismo, ieri è stato possibile ascoltare per la prima volta un cronoprogramma preciso, che prevede l’accelerazione delle operazioni di bonifica in tre siti prioritari, oggetto di interventi urgenti e mirati.

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Il Ruolo del Vescovo Antonio Di Donna

Il Vescovo Di Donna, da tempo impegnato a sensibilizzare l’opinione pubblica sui siti inquinati d’Italia, ha incontrato il Commissario nazionale alle discariche abusive, Giuseppe Vadala’, nominato dal precedente Ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Il Vescovo ha espressamente richiesto ai Prefetti di coinvolgerlo attivamente nella realizzazione di un obiettivo che in Campania sembra un’impresa titanica: la bonifica di almeno alcuni dei circa 2746 siti inquinati identificati da ISPRA nell’aprile 2023. Un numero allarmante, che fa della Campania il triste primato per il numero di siti contaminati in Italia.

Siti Prioritari di Bonifica

La riunione ha portato alla decisione di avviare azioni concrete di bonifica in almeno tre siti definiti prioritari:

1. Sito Agrimonda (Marigliano): Qui, dopo oltre 30 anni dall’incendio che distrusse un deposito di fitofarmaci, l’urgenza di un intervento definitivo è ormai ineludibile. Nel 2022 sono stati accertati la presenza di pesticidi e fitofarmaci cancerogeni nella falda acquifera superficiale. Il prof. Antonio Marfella, insieme alla LILT di Napoli e al prof. Antonio Giordano (USA), ha avviato un progetto di ricerca per indagare i danni alla salute pubblica derivanti da questa contaminazione.

2. Discarica ex Pozzi Ginori (Agro caleno): Questo sito è considerato la “più grande discarica abusiva d’Europa”, una scoperta fatta dal Generale dei Carabinieri forestali Sergio Costa, oggi vicepresidente della Camera dei deputati. Il sito, che rappresenta una delle maggiori emergenze ambientali della regione, è stato finalmente incluso nelle priorità di bonifica.

3. Sito Calabricito (Acerra): Questo è il simbolo del traffico illecito di rifiuti tossici in Campania. Situato vicino al sito archeologico della città osca etrusca di Suessola, l’invaso di Calabricito, un tempo utilizzato per la macerazione della canapa, è stato trasformato in una discarica a cielo aperto. Rifiuti urbani, speciali e pericolosi sono stati abbandonati nel sito dalle organizzazioni criminali.

Il Lungo Elenco delle Discariche

Il percorso verso la bonifica è ancora lungo e complesso. Il solo territorio di Acerra ospita decine di siti contaminati, alcuni dei quali non sono neppure stati messi in sicurezza, mentre altri non sono stati adeguatamente caratterizzati. Negli anni sono stati sversati e interrati rifiuti spacciati per compost, grazie all’operato degli ecomafiosi locali. Questi criminali sono stati condannati in via definitiva per disastro ambientale aggravato e attualmente presso il tribunale di Napoli pende il procedimento per la confisca dei beni ritenuti dalla magistratura il frutto delle attività illecite dei rifiuti in Terra dei Fuochi. Un patrimonio di oltre 200 milioni di euro fatto di ville faraoniche, auto di lusso, elicotteri, decine e decine di appartamenti, barche, opifici industriali e un elenco infinito di terreni agricoli, molti dei quali acquistati e trasformati in discariche di rifiuti.

Il Ruolo Determinante delle Istituzioni e della Comunità

Dopo anni di inerzia e silenzi da parte di molte istituzioni, finalmente c’è un movimento concreto che sta cercando di risolvere la questione. Il Prefetto Michele Di Bari, insieme al viceprefetto Ciro Silvestro, al Vescovo di Acerra Mons. Antonio Di Donna, alle Associazioni Volontari Antiroghi di Acerra, al WWF e alle altre associazioni ambientaliste, insieme ai medici per l’ambiente, sta facendo squadra per dare una svolta definitiva a quella che ormai è una delle vergogne ambientali d’Italia.

L’azione congiunta delle istituzioni e della comunità, con un impegno concreto e senza più indugi, è essenziale per restituire alla Terra dei Fuochi un futuro di salute e di speranza. Solo così si potrà finalmente chiudere un capitolo buio della storia campana, avviando il risanamento dei territori martoriati dall’inquinamento.

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