Era dal 1994 che il colera non colpiva la penisola, dopo 29 anni torna in Sardegna. L’uomo ad essere stato colpito è un 71enne di Arbus, centro a 74 chilometri da Cagliari.
Caso di colera in Sardegna
Il settantunenne era già sotto controllo per altre patologie, durante questi controlli i medici hanno deciso di approfondire in determinati aspetti arrivando così alla diagnosi di colera. Le ipotesi dei medici sono sostanzialmente due: ingestione di acqua non potabile con presenze di reflui non purificati, oppure consumo di frutti di mare crudi. I microrganismi che provocano il colera tendono infatti a concentrarsi lì.
Gli esperti però non hanno ancora un verdetto preciso su quali sia stata la causa, motivo per cui evitano di fare dichiarazioni affrettate così da non creare allarmismi. “Il paziente sta meglio, la situazione è in fase di normalizzazione, le scariche di diarrea si sono man mano ridotte. Ora la situazione è sotto controllo” dice il responsabile del reparto Infettivi del Santissima Trinità Goffredo Angioni.
L’attenzione rimane alta ma senza allarmismi né ansia da epidemia; il caso di Arbus risulta infatti al momento isolato. Sono stati inoltre già applicati tutti i protocolli nazionali relativi alla malattia infettiva. Il paziente è in isolamento ed è in corso l’attività di tracciamento per rilevare eventuali casi di contagio tra le persone che vivono con il 71enne o che lo frequentano.
Marcello Tidore, manager della Asl 8, da una raccomandazione: “Soprattutto d’estate è opportuno fare attenzione alla potabilità dell’acqua. Preferibile sempre consumare cibi cotti, se crudi devono essere stabulati o abbattuti“. La trasmissione del colera avviene per contatto tra le feci e la bocca, sia in via diretta che indiretta. Può causare la morte per la grave disidratazione, soprattutto in bambini o in anziani, tuttavia con cure adatte la mortalità è contenuta al di sotto dell’1%.
