Prima le accuse, poi le contraddizioni
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Citato più volte nelle scorse settimane, Motti non è mai venuto, tanto che è stato portato in aula dai carabinieri dopo che il presidente del collegio di Corte d’Assise Roberto Donatiello ne aveva disposto alla scorsa udienza l’accompagnamento coattivo.
Rispondendo dal banco dei testimoni al pm Alessandra Pinto, Motti ha raccontato di essere stato picchiato con violenza nella sua cella, di aver fatto le flessioni, di essere uscito per andare in saletta socialità, e qui di aver visto “la Commissaria che con il manganello ha colpito un detenuto. Questa scena mi ha scioccato”.
Una versione diversa da quanto riferito a carabinieri e pm il 13 maggio 2020, cioè dopo i fatti, quando Motti, ha contestato il pm, parlò prima “di due ispettrici”, in particolare “di aver sentito una voce femminile e di essersi rincuorato perché pensava che la cosa sarebbe finita lì”, per poi ammettere che una, cioè la Commissaria, che peraltro già conosceva, aveva picchiato un detenuto. Più avanti nel verbale dichiarativo reso quattro anni fa, contesta sempre il pm, Motti dice poi di aver visto di sfuggita un’agente donna che colpiva il detenuto, quindi non era più sicuro di averla vista direttamente né che fosse la Commissaria.