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mercoledì, Giugno 26, 2024
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Vittime delle strada, sit-in dei familiari davanti al tribunale di Napoli

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Un picchetto dinanzi al Tribunale di Napoli per chiedere una concreta attenzione delle istituzioni e degli organi giudiziari sul fenomeno degli incidenti stradali, che continuano a strappare alla vita numerosi giovani facendo sprofondare in un perenne dolore le famiglie anche per le lungaggini dei procedimenti penali e dei processi.

A promuovere l’iniziativa, tenutasi questa mattina, l’associazione  delle vittime della strada Aifvs  di cui fanno parte i familiari di chi non c’è più a causa di mortali sinistri con il sostegno di Antonella Leardi, mamma di Ciro Esposito con l’associazione Ciro Vive e il movimento“Giustizia per gli angeli’’.

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Tra questi Gioia Parboni e Carlo Pisco, i genitori di Mario Pisco che perse la vita a soli 17 anni nel 16 giugno 2011 a causa di uno scontro in via Pietro Castellino al Vomero tra il motorino sul quale era in sella ed un’autovettura, un Suv nero, guidata da una donna.

Nel corso del tempo non è stata accertata alcuna responsabilità e il caso fu archiviato dal Pm sebbene, hanno sempre detto la mamma e il papà di Mario, i danni provocati al due ruote e all’auto coinvolti direbbero molto della dinamica dei fatti. Uno dei punti oscuri, riguarderebbe il prestito del motorino, un 200 che Mario non avrebbe potuto guidare per l’età che aveva, da parte del titolare della lavanderia dove lavorava.

Nel corso del flash mob di questa mattina al Tribunale di Napoli, partecipato anche da una delegazione di tassisti colleghi del papà di Mario e da altri parenti di vittime della strada che hanno affisso uno striscione con i volti delle 368 persone che hanno perso negli ultimi 10 anni per colpa degli incidenti, i coniugi Pisco hanno incontrato il Gip della Procura di Napoli Alessandro Campoli nel corso di una Camera di Consiglio.

Netta, la richiesta: riaprire il caso e ristabilire la giustizia in una vicenda sino a questo momento in cui non esistono colpevoli. Ora in 15 giorni sarà vagliata la questione esaminando tutti i nuovi elementi probatori sull’incidente in cui rimase vittima Mario. «Dopo 7 anni – le parole di mamma Gioia – a noi preme porre la giusta attenzione su quanto successo a Mario e sbloccare una prima fase che non ha portato ad alcun risultato in termini di giustizia.

Il caso deve essere finalmente riaperto, anche perché sino ad ora non c’è stata nessuna ricostruzione cinematica. Ci sono nuovi indizi che possono ricostruire quanto accadde quel giorno, l’apparato probatorio è grosso e non è possibile non vi si alcun procedimento in corso. La nostra battaglia – l’aggiunta – non è solo per Mario ma per tutte quelle famiglie che chiedono giustizia e verità per i propri figli che sono morti due volte. Bisogna difendere i ragazzi dai pericoli della strada, altro che terrorismo».

Da brividi la vicenda di Maurizio Liberti, il 22enne napoletano che rimase ucciso a Roma nell’ottobre 2008. A ricordare la vicenda, sua madre Annalaura Origo. «Io ho perso mio figlio a causa di un mostro che ha colpito l’auto dove viaggiava. Questo mostro non fermandosi al semaforo rosso e correndo a velocità sostenuta. Non solo: dopo che lui e la sua ragazza non si sono fermati, non ha neanche allertato le ambulanze preferendo chiamare il suo avvocato per cautelarsi.

È stato condannato in primo grado ad 1 e 8 mesi, con il ritiro della patente per un anno. L’Appello è stato invece rinviato per ben 6 volte. L’investitore è vivo e a piede libero, noi familiari invece siamo morti con Alberto». Secondo Salvatore, rappresentante dei tassisti napoletani, «una delle idee potrebbe essere installare i telecamere all’interno dei Taxi, cosicché da rilevare le immagini di eventuali incidenti. Noi siamo 2400 a Napoli, potremmo dare un grosso contributo con l’occhio elettronico».

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