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martedì, Aprile 23, 2024
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“Amava vivere in compagnia dei suoi sogni”

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LA TESTIMONIANZA
“ERO COMPAGNO DI CLASSE DELLA GIOVANE VITTIMA DI MARANO”

Non volevo crederci quando me lo hanno detto. “Uno scherzo” ho pensato. Uno stupido scherzo. E invece, anche se fatico ancora a farmene una ragione, è tutto vero. Tutto maledettamente vero. Fabio è morto. Steso sul freddo asfalto. Una luce si è spenta. Piacesse o no quella luce era un giovane di 17 anni. Cerco di non farmi vincere dal dolore mentre butto giù queste poche righe. L’ emozione mi suggerirebbe di tacere e confidare soltanto al cuore la mia sofferenza. Credo che però
sarebbe un gesto egoista. La sua stoltezza o forse la sorte ce l’ ho tolto. E per questo mi viene voglia d’odiarla. Ma la sorte gli ha risparmiato una lunga agonia. E per questo gliene sono grato. Quel corpo lungo, bruno, robusto e un po’ goffo ha smesso di avere vita l’altra notte contro un muro. Quanto sei stato stupido, caro Fabio! A 140 Km/h e contromano. Frequentavamo il primo anno del liceo scientifico “Segrè” di Marano assieme, sezione D. Poi lui è stato bocciato. Adesso era al secondo anno.A scuola lo conoscevano tutti. Era un tipo un po’ autoritario , ma in fondo buono. La morte della madre lo aveva segnato duramente.Non si tirava indietro quando c’era da menare, quando si trattava di difendere un amico. Ma era un bravo ragazzo in fondo. Povero Fabio! Ci aveva conquistati tutti con la sua simpatia. Come dimenticare le mitiche battute che ti facevano scordare anche la giornata più nera. Aveva una parola per tutti, un saluto, un sorriso. Un sorriso che resterà sicuramente nel ricordo e nel cuore di tanti. Sì, un bravo ragazzo, col “solo” vizio di essere spericolato in motorino.Amava il rischio. E tuttavia sempre aperto e disponibile con gli altri. Ma il destino non lo ha guardato in faccia, non ha guardato negli occhi quelle persone che ora piangono la sua morte. Ieri a scuola è stato un giorno straziante. Al “Planet Caffè ”, dove generalmente ci incontriamo ogni mattina prima di scuola, la scena era terribile: piangevano tutti, piangevamo tutti. Negozianti, amici, barista, edicolante. Una crudele fatalità, un tragico destino. Difficile trovare il coraggio e la forza per osservare ancora una volta quel banco così inesorabilmente lasciato vuoto, accanto alla mia classe. Ci mancherà tutto di lui.Sul banco qualcuno ha lasciato un fascio di fiori bianchi e una lettera: “La sorte ci ha allontanati troppo presto. Vivrai sempre nei nostri cuori”. All’agonia delle parole scritte si somma quella del pianto. Disperato. Per tutta la mattinata di ieri, il liceo si è fermato.Una processione di studenti, muta e composta, visita la classe di Fabio: la IID, al primo piano del Liceo. In tanti lo ricordano. I professori sono sconvolti. Gli amici sono disperati. Amava il calcio e la discoteca e di tanto in tanto non si negava una sigaretta. Ma soprattutto amava vivere i suoi sogni di ragazzo, con tanti amici e la fidanzata.
Addio Fabio, la tua precoce scomparsa lascerà in tanti di noi un vuoto incolmabile. Adesso che non ci sei più ci sentiamo tutti un po’ più soli.

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