Sono considerati responsabili di azioni armate nel centro di Napoli: erano i mesi in cui impazzava lo scontro tra i Ricci-Saltalamacchia e gli Elia del Pallonetto, gruppo che vanta tra le sue fila giovanissimi. Questa mattina gli uomini della squadra mobile – sezione Omicidi- hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Domenico Russo, 19enne e nipote omonimo dell’ex boss di via Santa Maria Ognibene (ucciso nella guerra contro i Di Biasi ‘Faiano’), Simone Aldobrandi, 23enne e Salvatore Puggillo, 47enne, ritenuti responsabili, a vario titolo, di lesioni aggravate dall’uso dell’arma da fuoco, detenzione e porto illegale di arma clandestina, detenzione illecita di sostanze stupefacenti (hashish, marijuana c cocaina) ai fini della successiva cessione a terzi, delitti tutti aggravati dall’associazione camorristica (per aver avvantaggiato le attività illecite del clan Elia operante nella zona del Pallonetto S. Lucia).
Le indagini tecniche, coordinate della Procura Distrettuale della Repubblica di Napoli hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico di Russo per il ferimento, avvenuto la mattina del 23 settembre 2018, nella centrale piazza Trieste e Trento, di Gennaro Marzio, ritenuto vicino al sodalizio criminale dei Sallalamacchia, operante nei Quartieri Spagnoli. Russo era stato già arrestato lo scorso febbraio quando, insieme ad un complice, fu intercettato con fare sospetto su via Roma. Fermato dagli agenti fu trovato in possesso di una semiautomatica MP 446 Viking cal. 9×19 parabellum, con matricola abrasa, proiettile in canna e caricatore rifornito di 6 colpi 9×19 Luger. I destinatari del provvedimento odierno rispondono anche di possesso di armi e droga: quest’ultime furono rinvenute da personale del commissariato San Ferdinando e gli accertamenti balistici svolti sull’arma hanno permesso di stabilire che una delle due armi, una Taurus calibro 9, è stata utilizzata in occasione del ferimento di Marzio.
