Prima la pesante richiesta di condanna (a 19 anni) poi tramutatasi in una pena soft. E adesso gli arresti domiciliari. Salvatore Attardo, storico referente del clan Contini per l’Arenaccia, ha ottenuto la detenzione domiciliare: il tribunale di Napoli, accogliendo le argomentazioni dei suoi legali, gli avvocati Leopoldo Perone e Antonio Rizzo, ha concesso l’attenuazione della misura cautelare per il ras. Attardo tre anni fa si rese protagonista di un clamoroso fatto di cronaca avvenuto in piazza Poderico: insieme ai figli Michele e Salvatore e Michele Maietta fu accusato in concorso in duplice tentato omicidio nonché di detenzione e porto di armi comuni da sparo. Gli investigatori avevano ricostruito con precisione quanto accadde la sera del 29 settembre 2022 attraverso le immagini delle telecamere di piazza Poderico e una serie di intercettazioni telefoniche. Emerse che a sferrare le coltellate al torace ai fratelli Pasquale e Vincenzo Attardo (figli di Gaetano) sarebbe stato lo zio Salvatore dopo l’aggressione in gruppo con calci e pugni alle vittime. Decisive si sono rivelate le intercettazioni telefoniche. Dal letto d’ospedale ai Pellegrini uno dei feriti ha dato subito una spinta alle indagini: Pasquale Attardo, parlando con il fratello Vincenzo già dimesso, si fece scappare una frase indicativa: «Hanno fatto pure bene padre e figlio»; aggiungendo poi che era stato il “grande”.
Lo scontro interno alla famiglia Attardo
Secondo la ricostruzione degli inquirenti Michele e Pasquale Attardo insieme al padre sarebbero stati allertati da Maietta che li aveva avvisati che quella sera era in corso una rissa a piazza Poderico. Il commando, armato di pistola e coltelli, avrebbe alla fine mandato due persone in ospedale. Come si evince da una serie di intercettazioni presenti nel decreto da tempo era in corso una faida familiare che vedeva contrapposti i nuclei di Salvatore e di Gaetano (non indagato nel provvedimento), tensioni rivelate agli inquirenti da una conversazione captata nei giorni successivi al raid tra una delle vittime e suo cognato in cui si fa riferimento ad un episodio analogo avvenuto mesi prima: “Quella sera stava non lo so ora chi di tutti e due E dicesti Qua a questo e cosa gli devo combinare lo stesso pensiero che ti facevi tu se lo facevano anche loro”. Rilevante sul punto risulta essere anche un’altra conversazione nel corso della quale una delle vittime dice ad un’altra persona non identificata che non immaginava la cattiveria di Salvatore Attardo e che potesse arrivare a tanto. L’altra persona gli dice chiaramente: “Quella l’ha sempre avuta. Ma uno che si ruba
i soldi del fratello, ruba i soldi del padre qualcosa deve avere che non va o no?”.