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giovedì, Aprile 25, 2024
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Armi per la faida, il ras Arcangelo Abbinante evita la stangata

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Sciolte come neve al sole. Il riferimento è alle accuse a carico del ras del Monterosa Arcangelo Abbinante per un maxi carico di armi rinvenuto nel 2011 poco prima dello scoppio della terza faida che avrebbe opposto il gruppo di ‘Angioletto’ a quello della Vanella Grassi. La Procura attribuì quel carico proprio ad Abbinante e a Giovanni Vitale, altro storico esponente della mala dell’area nord. Abbinante ha invece evitato la stangata. Merito dei suoi difensori, gli avvocati Claudio Davino e Antonella Genovino: il ras infatti ha rimediato una condanna solo per la detenzione di semiautomatica calibro 7,65 ad un anno e dieci mesi a fronte di una richiesta iniziale di 12 anni. Accolte dunque le argomentazioni della difesa che ha evidenziato come non vi erano prove oggettive che riconducessero Abbinante al maxi carico e così il ras del Monterosa ha rimediato una condanna ben più lieve per il possesso di una pistola Tanfoglio. Un po’ peggio è andata a Vitale condannato a una pena di tre anni di reclusione e ad una multa. Tutto da rifare dunque per la Procura, sicura della ‘paernità’ di quel carico quando all’epoca impazzava la guerra tra i gruppi di Scampia (gli Abete-Abbinante) e la Vanella Grassi guidata da Antonio Mennetta.

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