All’indomani dell’omicidio del 44enne Stefano Bocchetti i carabinieri della compagnia stella hanno intensificato i controlli e le perquisizioni nel quartiere napoletano di Miano.
Ed è proprio in un locale di Via Parise – poco distante dalla sala giochi in cui ha perso la vita il 44enne – che i militari hanno rinvenuto 2 fucili mitragliatori automatici (un M4 Colt e un Beretta CX4 con mirino di precisione), un fucile a pompa con calciolo e canna mozzati, 400 munizioni di vario calibro, due giubbotti anti proiettile, due caschi, caricatori e componenti di armi.
Un vero e proprio arsenale di armi da guerra perfettamente lubrificate e pronte a sparare.
Nel locale anche materiale vario per il confezionamento ed il taglio degli stupefacenti.
Tutte le armi saranno sottoposte ad accertamenti per verificare se siano state utilizzate per fatti di sangue.
Le indagini sull’omicidio Bocchetti
Sarebbe legato alle sue recenti frequentazioni l’omicidio di Stefano Bocchetti, il 44enne trucidato in un circolo ricreativo di via Vincenzo Valente, parte bassa di Miano. Proprio il ‘teatro’ dell’omicidio potrebbe spiegare in parte il movente di questo delitto. La zona infatti è quella gravitante nell’orbita del gruppo Balzano-Scarpellini-D’Errico, nato dalla deflagrazione del clan Lo Russo prima e dei Nappello poi. Un gruppo composto da giovanissimi che sarebbe in contrasto con i Cifrone della parte alta del quartiere.
Poche settimane fa, stando ad alcune informative, Bocchetti sarebbe stato visto in compagnia di personaggi legati ai Balzano e in particolare ad un giovane a cui era legatissimo e che, secondo le forze dell’ordine, lo avrebbe aiutato ad avvicinarsi al nuovo gruppo. Si tratta di un profilo attenzionato e che, da ieri, si è reso irreperibile. Un altro elemento di rilevanza è quello relativo alle nuove attività di Bocchetti che ha precedenti per droga ma che, secondo gli investigatori, avrebbe un qualche legame con un giro di richieste estorsive portate avanti dai nuovi ras di Miano