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“Cercano bravi ragazzi”, così la banda di Forcella arruola i truffatori

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Sono riusciti a incassare un bottino da 400mila euro ai danni delle anziane vittime. È questa l’accusa avanzata dalla Procura di Vicenza nei confronti di 16 persone appartenenti ad una banda di truffatori. Sono state 11 le misure cautelari eseguite dagli agenti della Squadra Mobile di Padova e di Napoli contro i componenti di un’organizzazione specializzata nelle estorsioni e nelle truffe. Le indagini hanno svelato che da Forcella partono le telefonate dei centralinisti e lì i trasfertisti si recano per portare la refurtiva e poi riscuotere il compenso.

Il racconto del truffatore

Il 20enne indagato ha descritto i ruoli della banda in un interrogatorio del gennaio 2024: «Ci sono queste persone che fanno una videochiamata e mi hanno mandato da questa persona e mi ha detto di prendere i soldi. E’ una piramide. Cercano ragazzi come me (marionette), poi ci sono centralini. Noi veniamo solo in viaggio. Poi ci sono quelli che gestiscono il telefono e poi ci sono gli organizzatori ma non sappiamo il nome».

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Secondo il racconto del giovane, l’organizzazione cercherebbe un profilo molto preciso da arruolare: «Mi hanno cercato venerdì sera, in piazza con i miei amici. Si affianca questa macchina grigia e dice mi serve un ragazzo come te. Bravo ragazzo, faccia pulita. Mi hanno detto di fare un viaggio e che dovevo andare a prendere dei soldi e che non l’avessi fatto sarebbe successo qualcosa di brutto. Io all’inizio non volevo farlo ma poi mi hanno preso e mi hanno dato due schiaffi».

Come agisce la banda di truffatori 

  1. Si parte dall’individuazione delle vittime e alla comunicazione della loro posizione ai trasfertisti, prendendo contatto con loro o assoldandoli.
  2. I trasfertisti accompagnano gli “esattori” fino alla stazione di piazza Garibaldi a Napoli o, in alcuni casi, direttamente in auto all’abitazione della vittima anziana.
  3. Poco dopo l’arrivo nel luogo stabilito, i centralinisti contattano la vittima e qui inizia la truffa o l’estorsione.
  4. Poi avvisano l’esattore di presentarsi in base a quanto detto nella telefonata e di prendere soldi e gioielli.
  5. Alla fine l’esattore rientra avvisando l’organizzatore per farsi venire a prendere alla stazione ferroviaria. Giunto a Forcella consegnerà il guadagno illecito al capo che, infine, distribuirà i compensi tra i partecipanti.

Il capo della banda a Forcella

A capo dell’associazione criminale ci sarebbe Cristiano Giuliano. Per il 32enne è scattata l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Per tutti gli indagati, i capi d’imputazione riguardano l’associazione per delinquere finalizzata a commettere una serie indeterminata di estorsioni e truffe attraverso la tecnica del finto maresciallo o del falso avvocato.

Questi stratagemmi venivano usati per estorcere denaro, gioielli e preziosi a vittime scelte tra le fasce più anziane e vulnerabili della popolazione. Nel corso dell’indagine sono stati accertati 15 episodi tra Padova, Venezia, Como, Bolzano, Teramo, Verona, Trento, Cuneo, Modena e Ascoli Piceno.

Truffe agli anziani in trasferta, a capo della banda il nipote del boss di Forcella

 

 

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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