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Clan Licciardi, la Cassazione salva il ras Caiazzo: è la seconda volta in pochi mesi

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Secondo annullamento in Cassazione in pochi mesi per Vincenzo Caiazzo, indicato dagli investigatori come ras facente parte del clan Licciardi della Masseria Cardone.

La Suprema Corte, riunita nella Prima Sezione, accogliendo in pieno il ricorso presentato dall’avvocato di Caiazzo, il penalista Luigi Senese, ha annullato con rinvio l’ordinanza emessa dal Tribunale del Riesame di Napoli, con la quale era stata confermata la gravità indiziaria in relazione alla partecipazione di Vincenzo Caiazzo all’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti aggravata dall’agevolazione del clan Licciardi.

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In particolare, secondo l’accusa, Caiazzo era considerato uno stretto collaboratore di Antonio Buono, detto Michelò, ritenuto il referente del clan Licciardi e per un periodo suo reggente.

Ad avere la meglio, però, sono state le argomentazioni dell’avvocato Senese, che ha dimostrato l’assoluta assenza di motivazione nell’ordinanza del Riesame.

Per il legale si tratta della seconda vittoria in pochi mesi, poiché già di recente l’avvocato Senese aveva ottenuto un altro clamoroso risultato nell’interesse di Caiazzo, riuscendo a ottenere un annullamento per assenza della gravità indiziaria da parte del Tribunale del Riesame di Napoli, in relazione alla partecipazione di Caiazzo all’omicidio di Domenico Gargiulo, detto Sicc e Penniell, il cui corpo fu rinvenuto in un’auto parcheggiata nel rione Don Guanella.

 

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