Blitz nel locale gestito da Di Napoli e Barone, le accuse ai tiktoker
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Lo scorso weekend la polizia municipale ha condotto dei controlli nell’esercizio di ristorazione di recente apertura, gestito dai tiktoker Gennaro Di Napoli e Ciro Barone. Il locale di via Sannazzaro è stato oggetto di un’operazione congiunta condotta dalla Polizia Locale di Napoli.
Le Unità Operative Investigativa Centrale, Ambientale, Emergenze Sociali e Minori, in collaborazione con l’Unità Operativa Tutela Edilizia, l’Ispettorato del Lavoro di Napoli, i Servizi UOSD Veterinaria e SIAN dell’ASL NA1, e con il supporto tecnico delle aziende partecipate ABC ed ENEL, hanno riscontrato numerose violazioni.
L’occupazione abusiva
L’attività occupava abusivamente circa 50 metri quadrati di suolo pubblico senza titolo concessorio, con conseguente sanzione di 170 euro secondo quanto previsto dall’articolo 20 del Codice della Strada e immediata rimozione dell’occupazione.
Nel corso dell’ispezione sono emerse gravi criticità nella gestione dei rifiuti, in particolare il mancato rispetto delle modalità di raccolta differenziata previste dal regolamento cittadino. Per tali violazioni è stata applicata la sanzione stabilita dal R.P.S.U. n. 75/22.
Gli accertamenti condotti dall’Unità Operativa Tutela Edilizia hanno riscontrato irregolarità in ambito urbanistico e paesaggistico, in violazione degli articoli 44 e 95 del DPR 380/01 (testo unico dell’edilizia) e dell’articolo 181 del D.Lgs. 42/04 (Codice dei beni culturali). Ciò ha determinato il sequestro del locale adibito a deposito e il deferimento dei responsabili all’Autorità Giudiziaria.
La replica dei tiktoker
Le accuse del deputato Borrelli
“Un campionario sconcertante di illegalità e cialtronismo imprenditoriale – ha commentato il deputato Francesco Emilio Borrelli – il vero marchio di fabbrica di diversi ‘fenomeni’ del web per i quali le leggi e le regole non esistono. Ostentano la loro cultura criminale e la loro ignoranza con fierezza senza avere alcun riguarda per nulla e per nessuno. Nessun rispetto per i lavoratori e per i loro diritti, nessun rispetto per i clienti ai quali venivano serviti alimenti di dubbia provenienza o conservati in modo irregolare, per le istituzioni, e per tutti coloro che hanno la malsana idea di assecondarne le improbabili velleità imprenditoriali. La sottocultura imperante di alcuni tiktoker ha travalicato da tempo i confini della decenza per andare a minare alle fondamenta il vivere civile. Contro questa deriva servono più controlli ma anche una presa di coscienza dei cittadini che devono smetterla di dare forza a questi soggetti che non perdono occasione di dimostrare quanto siano cialtroni”.
La sicurezza alimentare
Sul fronte della sicurezza alimentare e delle condizioni igienico-sanitarie, i tecnici dell’ASL NA1 hanno proceduto al sequestro di circa 80 chilogrammi di alimenti privi di tracciabilità, elevando una sanzione pari a 1.500 euro e impartendo 14 prescrizioni con obbligo di adeguamento entro 30 giorni.
È stato inoltre individuato un deposito alimentare non autorizzato, che ha comportato due ulteriori sanzioni: 3.000 euro per l’abuso edilizio e 1.000 euro per l’assenza dei requisiti igienici. La gestione dell’autocontrollo sul trattamento del pesce si è rivelata inadeguata, determinando una sanzione di 2.000 euro e il sequestro di circa 160 chilogrammi di prodotti ittici.
Lavoratori irregolari
L’Ispettorato del Lavoro ha rilevato irregolarità nella posizione lavorativa di 20 persone impiegate nel locale, di cui 10 completamente in nero. Tra i lavoratori risultano anche una persona non collocabile ai sensi dell’articolo 22 del D.Lgs. 286/98 e un soggetto impiegato irregolarmente da oltre 30 giorni. Le violazioni hanno comportato la sospensione dell’attività e sanzioni pari a 15.600 euro per impieghi irregolari di breve durata, 3.900 euro per lavoratori irregolari da oltre 30 giorni e 4.420 euro per l’impiego del lavoratore non collocabile.
È stata concessa la possibilità di revocare la sospensione previo pagamento di una somma pari a 5.000 euro. Inoltre, è stato richiesto di esibire la documentazione relativa a visite mediche e corsi di formazione obbligatori, con una sanzione ulteriore di 4.388 euro in caso di inadempienza.
Per quanto di competenza, le aziende ABC ed ENEL, intervenute sul posto, non hanno riscontrato anomalie nelle rispettive aree tecniche. I titolari dell’attività sono stati infine deferiti all’Autorità Giudiziaria per la violazione dell’articolo 22 del D.Lgs. 286/98 (impiego di lavoratori stranieri irregolari), che prevede pene fino a tre anni di reclusione e multe pari a 5.000 euro per ciascun lavoratore impiegato illegalmente.