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venerdì, Luglio 4, 2025
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Brutalmente picchiato da un gruppo di razzisti: grave 50enne di Scisciano

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Un cittadino bengalese di 50 anni è ricoverato all’Ospedale del Mare di Napoli in seguito a una brutale aggressione avvenuta a Scisciano, nei pressi della sua abitazione. L’uomo ha riportato una profonda ferita allo zigomo che richiederà un intervento chirurgico nei prossimi giorni.

Questo episodio si aggiunge a una serie di atti di violenza che hanno preso di mira la comunità bengalese nell’area nolana e vesuviana, generando crescente preoccupazione e allarme.

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L’uomo, impiegato in un ristorante a San Vitaliano, stava rientrando in bicicletta dopo il lavoro quando è stato aggredito da tre persone. Attualmente ospite di un progetto SAI (Sistema accoglienza integrazione), che offre supporto a richiedenti asilo e rifugiati, il 50enne aveva già vissuto un periodo di prigionia di due anni in Libia prima di arrivare in Italia.

Secondo la sua testimonianza, la sera dell’aggressione è stato avvicinato e immediatamente picchiato, per poi essere lasciato a terra. Soccorso da alcuni passanti, è stato inizialmente trasportato all’ospedale di Nola e successivamente trasferito all’Ospedale del Mare di Napoli, dove attende l’operazione. I medici hanno riferito che solo per pochi centimetri non è stato colpito all’occhio.

Domenica manifestazione organizzata da Rete Vesuviana Solidale

Di fronte a questa escalation di violenza, la “Rete Vesuviana Solidale”, che riunisce le associazioni YaBasta, Nova Koiné e Casa della Solidarietà Sabino Romano, ha organizzato una manifestazione di solidarietà e sensibilizzazione per domenica 22 in piazzetta San Martino a Scisciano, luogo dell’aggressione, a partire dalle 15:30. L’obiettivo è creare uno spazio di confronto costruttivo per “immaginare insieme un futuro diverso e migliore“, come dichiarato dai volontari.

Intanto i carabinieri, coordinati dalla Procura di Nola, sono sulle tracce della gang di razzisti visto che quello di Scisciano non è un caso isolato. I militari stanno scandagliando le immagini delle telecamere pubbliche e private della zona e stanno ascoltando alcuni testimoni. Ma il muro di omertà è duro da infrangere.

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