Una dura condanna quella che emerge dall’approfondimento del Corriere della Sera sulla città di Giugliano. Nel servizio pubblicato sul più grande quotidiano nazionale, è stato ascoltato anche il magistrato giuglianese Raffaele Cantone, presidente dell’Anac. Ecco un passaggio dell’articolo:
«Purtroppo questa è la città da cui i giovani vanno via. Dal tribunale a un piano regolatore decente, la politica ha perso mille occasioni per fare cose incredibili». Anche i figli di Raffaele Cantone si stanno ormai preparando ad «andare fuori». Il magistrato più odiato dai clan dei casalesi, attuale presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione invece è due volte giuglianese, come dicono qui per distinguere quelli che ci sono nati e che ci rimangono anche. «Mi sento pesantemente abbarbicato alla mia città, perché sento di dovere molto al contesto nel quale sono cresciuto». L’onestà intellettuale gli impedisce di tirare fuori qualunque ricetta pronta all’uso. «Non credo ci sia una soluzione semplice, dopo le tante possibili svolte gettate al vento, ultima delle quali lo scioglimento del Comune, che poteva essere il momento giusto per ripensare a noi e tentare davvero di ripartire. I nostri giovani sentono che qui manca un’idea di futuro. Ci vorrà molto tempo per costruirla». Negli ultimi tempi un gruppo di ragazzi ha aperto una libreria, la seconda di tutta la città, nella centrale piazza Gramsci. E dal novembre del 2016 la sala comunale dei circolo didattico è diventata un Cineforum gestito da altri giovani giuglianesi. Un giorno, forse.