Sarà il carcere di Milano Opera la prossima destinazione di Nicola Rullo, boss del clan Contini. Nelle scorse settimane il Ministero della Giustizia aveva disposto il carcere duro per ‘o nfamon, provvedimento che è stato notificato nelle scorse ore a causa della “elevata pericolosità sociale di Rullo nonché del ruolo direttivo e della sua capacità di mantenere contatti con esponenti liberi del clan”. Il legale di Rullo, l’avvocato Domenico Dello Iacono, ha già fatto sapere che impugnerà il decreto ministeriale dinnanzi al magistrato di Sorveglianza per chiederne la revoca.
Il boss dell’Arenaccia, indicato come il reggente de facto del gruppo, fu arrestato poco prima di Natale scorso in una villetta di Lago Patria: l’uomo era ricercato in quanto si era sottratto alla esecuzione di un provvedimento cautelare che lo vedeva gravemente indiziato dei reati di sequestro di persona a scopo di estorsione e lesioni personali, aggravati dal metodo mafioso. Nel decreto si fa riferimento a tale episodio così come pure allo scontro interno ai Contini con la contrapposizione tra lo stesso Rullo e i Marigliano delle Case Nuove, tensioni nate a seguito del ferimento del giovane Nicola Moffa figlio di Giuseppe, ras legato allo stesso Rullo.
Il boss dell’Arenaccia sarebbe a capo di un gruppo di soggetti – undici dei quali già arrestati negli scorsi mesi per le medesime fattispecie di reato – che nella serata del 26 settembre scorso avrebbero sequestrato e percosso violentemente un giovane imprenditore e suo padre, al fine di ottenere, in cambio, una ingente somma di denaro. Secondo quanto ricostruito Rullo e i suoi avrebbero condotto la vittima in un’abitazione nel quartiere Poggioreale e lì lo avrebbero picchiato violentemente, colpendolo anche con spranghe di ferro e mazze di legno. Successivamente avrebbero condotto in quella stessa casa anche il padre del giovane, picchiandolo e colpendolo al cospetto del figlio che, in quei frangenti, giaceva a terra agonizzante a causa delle percosse subite.
Al padre della vittima sarebbe stato poi detto che nel caso in cui non avesse consegnato, entro poche ore, la cifra di 375.000 euro, suo figlio sarebbe stato ucciso e lui avrebbe fatto la stessa fine.