PUBBLICITÀ
HomeCronacaChi era Ana Maria Andrei, l'altra donna uccisa dal killer di Denisa

Chi era Ana Maria Andrei, l’altra donna uccisa dal killer di Denisa

PUBBLICITÀ

Scomparsa senza clamore. Nessun volantino, nessun post virale, nessuna mobilitazione. Il nome di Ana Maria Andrei non è mai rimbalzato tra le cronache o sui social. Nessuno l’ha cercata con forza, tranne una cugina. Il resto è stato silenzio. Un’assenza lunga nove mesi, inghiottita dall’indifferenza.

Chi era Ana Maria Andrei 

Ana Maria aveva 27 anni. Originaria della Romania, viveva a Montecatini. Una vita discreta, ai margini. Quando non si è più fatta vedere, in pochi se ne sono accorti davvero. Nessuna denuncia immediata, solo qualche sussurro in famiglia: “Forse è partita con qualcuno, voleva lasciarsi tutto alle spalle”. Ma la realtà era un’altra.

PUBBLICITÀ

Il suo corpo è stato ritrovato in un bosco, in una zona già segnata da un altro orrore: lì vicino, tempo prima, erano stati rinvenuti i resti di Denisa Adas. Anche lei romena. Anche lei scomparsa in circostanze oscure. Accanto alle ossa di Ana Maria c’era una parrucca. A ucciderla sarebbe stato lo stesso uomo: Vasile Frumuzache, 32enne, guardia giurata.

Le due vittime avevano percorsi simili: stessa età, stessi ambienti frequentati tra Prato e Montecatini, vite notturne e itineranti. Forse si erano incrociate, forse no. Ma di certo condividevano uno scenario fragile, dove è facile sparire senza lasciare tracce.

La scoperta ha scosso le altre donne che gravitano nello stesso mondo

Nei gruppi privati è serpeggiata la paura. “Non la conoscevamo bene, era riservata”, scrive una ragazza. “Ma ora ci sentiamo tutte in pericolo. Due donne uccise. Sempre nello stesso posto. Sempre come noi”.

Le modalità degli omicidi sono diverse nei dettagli ma simili nella freddezza: Denisa strangolata e decapitata, Ana Maria pugnalata. I corpi nascosti, l’auto del sospettato manomessa per sfuggire ai controlli. Il tutto con una lucidità che ha portato gli inquirenti a indagare su altri possibili casi in cui l’uomo potrebbe essere coinvolto, in tutte le città in cui ha vissuto.

La denuncia della scomparsa di Ana Maria è arrivata solo il 1° agosto 2024. Troppo tardi. Secondo gli investigatori, era già stata uccisa da giorni, dopo aver rifiutato le avances del suo aggressore.

Per accertare con sicurezza la sua identità, è previsto un test del DNA. Lo si confronterà con quello dei familiari, tra cui proprio la cugina che, unica, si è preoccupata davvero per lei.

Nessuna foto recente online, nessun messaggio di allarme. Ana Maria è scomparsa così, senza rumore. Come se non fosse mai esistita. Finché il suo nome non è riemerso tra i rovi di un bosco, accanto a una parrucca e a un silenzio che oggi fa ancora più male.

PUBBLICITÀ