E’ tornato nella sua città natale, Giugliano, da morto. Nessun funerale per il suo addio, ma una cerimonia privata e la sepoltura nel cimitero di via Verdi. Questo il destino di Francesco Mallardo, boss della camorra morto la scorsa settimana a seguito di una malattia incurabile. Era stato ricoverato da qualche giorno in una clinica privata a seguito dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute, già precarie da tempo. La Questura ha vietato il funerale pubblico. I familiari hanno potuto dare l’addio a Ciccio ‘e Carlantonio in forma strettamente privata.
Con il decesso del capo storico del clan Mallardo finisce sicuramente un’era criminale, ma non termina di certo il potere della cosca che ora vivrà certamente un periodo di riassetto. La domanda che tutti si fanno è “chi comanda ora?”. Con la carcerazione da anni sia del fratello Giuseppe che della moglia Anna Aieta, è difficile che la guida resti in famiglia.
Sul territorio ci sono una serie di esponenti di alto rango del clan Mallardo che di recente sono stati scarcerati: Giuliano Amicone, Francesco Napolitano, Biagio Micillo, Mauro Moraca, Patrizio Picardi
Mentre restano detenuti altri big della cosca: Michele Olimpio ‘o bumbular, Giuseppe Dell’Aquila, Michele Di Nardo, Raffaele Mallardo, Stefano Cecere, Domenico Pirozzi.
I prossimi mesi saranno di riorganizzazione per la cosca, che nel frattempo riceverà gli ordini direttamente da Napoli, anzi nello più specifico dal rione Amicizia e Arenaccia, feudo dei Contini, clan che insieme ai Licciardi e Mallardo compone la triade dell’Alleanza di Secondigliano, una delle organizzazioni criminali più potenti della Campania insieme ai Mazzarella.