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giovedì, Aprile 25, 2024
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Cosa Nostra con le ‘mani in pasta’ a Milano: scommesse, slot, caffè e gioielli

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Cosa Nostra con le ‘mani in pasta’ a Milano: la Guardia di Finanza scopre scommesse, slot, caffè e gioielli. Su delega della DDA della Procura di Palermo il Nucleo Speciale di Polizia Valutaria ha condotto numerosi arresti e sequestro preventivo. I provvedimenti sono state emesse dal Gip del Tribunale di Palermo. Ha avuto il supporto del Comando Provinciale di Palermo, che ha messo in campo uno straordinario sforzo operativo. Nnché di altri Reparti sul territorio nazionale,

GLI AFFARI DI COSA NOSTRA

L’operazione ha portato alla disarticolazione dei clan, tra cui la famiglia
Fontana, imparentata con la famiglia Galatolo. Storicamente egemoni nei quartieri palermitani dell’Acquasanta e dell’Arenella, facenti parte del mandamento mafioso di Resuttana. Oltre 100 i soggetti a vario titolo indagati per associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, traffico di sostanze stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori. Si occupavano anche di riciclaggio, reimpiego di soldi illeciti, esercizio abusivo di giochi e scommesse ed altri reati contro la persona e il patrimonio. Sono stati 91 i destinatari di misure cautelare personali.

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L’attività si sono avvalse dalle dichiarazioni di diversi pentiti che sono ascoltati dalla DDA di Palermo e tra questi il noto Vito Galatolo. Scaturita dagli sviluppi di pregresse risultanze investigative. Importante è stata la valutazione ragionata e mirata delle informazioni sugli aspetti patrimoniali e finanziari. Ciò è stato il vero punto di forza della Componente speciale del Corpo. Tutto reso più difficoltoso, in questa indagine, dall’assenza di segnalazioni per operazioni sospette, pur a fronte di numerose operazioni “anomale”.

I PENTITI DI COSA NOSTRA

Molto prezioso è stato il lavoro di riscontro delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. L’esecuzione di intercettazioni telefoniche e di controllo sistematico del territorio tramite pedinamenti e video-riprese. Molto complesse tenuto conto del contesto territoriale di riferimento. Il vuoto di potere è nato dopo gli arresti contro la mafia di Resuttana. Nei territori palermitani dell’Arenella e dell’Acquasanta si è verificata l’ascesa della famiglia Fontana. Gli attuali esponenti si erano stabiliti da anni a Milano, ove erano dediti al reimpiego di una parte importante dei proventi delle attività criminali commesse sul territorio di Palermo.

IL RICICLAGGIO

Determinanti i riscontri investigativi, da cui è emersa l’opprimente presenza del clan sul territorio, attuata mediante la perpetrazione dei più tradizionali delitti di matrice mafiosa. L’estorsione, il traffico di sostanze stupefacenti, l’illecita concorrenza con minaccia o violenza. È emerso, altresì, che gli ingenti proventi delle condotte criminali, in parte utilizzati per il mantenimento dei familiari dei detenuti. Sono stati riciclati e/o reimpiegati
in molteplici settori economici della Sicilia e della Lombardia. Ippica, gaming (centri scommessa e slot machine), cooperative attive nel campo della cantieristica, compravendita di preziosi. Trovate società attive nella produzione e commercializzazione del caffè, commercio di materie prime alimentari (farina, frutta e verdura) e packaging alimentare.

IL TESORO SEQUESTRATO

Disposto il sequestro del patrimonio e del complesso aziendale di 22 attività economiche, tra cui centri scommesse, società attive nei settori della cantieristica navale. Produzione, commercializzazione e somministrazione di bevande e alimenti. Disposto il sequestro preventivo di 13 cavalli da corsa, 8 immobili, vari mezzi di trasporto. Scovati i saldi attivi di rapporti finanziari per un valore complessivo stimabile non inferiore ai 15 milioni di euro. La Guardia di Finanza ha messo in campo circa 500 militari. Tra cui baschi verdi e unità cinofile per la ricerca di armi ed esplosivi, sostanze stupefacenti e valuta con il supporto di mezzi aerei. Le operazioni sono in corso in Sicilia, Lombardia, Piemonte, Liguria, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Marche e Campania.

IL VIDEO

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