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giovedì, Luglio 4, 2024
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“Così abbiamo scoperto il bunker col tesoro segreto”, il retroscena sul caveu a casa di Luca Esposito ad Agnano

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Quattro milioni di euro di contanti, in un bunker di Agnano. Eccolo l’esito più evidente dell’inchiesta culminata nell’arresto di Patrizio Bosti. Trovati anche orologi e preziosi per circa un milione di euro.

Dodici i soggetti indagati che si occupavano di reinvestire i proventi in attività apparentemente pulite. C’è un filone di insospettabili che ha ripulito soldi e proventi di racket e droga. Spiegano gli inquirenti: nonostante il carcere duro, i vertici della Alleanza di Secondigliano continua a mandare ordini.

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È il procuratore Nicola Gratteri a ricordare l’importanza di spezzare il rapporto tra borghesia e camorra. «Siamo partiti da una serie di intercettazioni telefoniche – spiegano gli inquirenti – uno dei soggetti arrestati ha fatto involontariamente riferimento a dei beni, come se custodisse una sorta di tesoro. Lo abbiamo capito da una espressione che ha messo in moto la ricerca».

In sintesi, gli inquirenti hanno captato e percepito che c’era il riferimento a una accumulazione patrimoniale grazie a schemi di riciclaggio avanzati. Più nello specifico, «il clan utilizzava società che operavano solo sulla carta e che erano specializzati in materia di elettronica, commercio di metalli preziosi, ma anche altre merci».

Il maxi sequestro

Ma torniamo ai beni. Parliamo di un sequestro di 4 milioni di euro e 48 orologi di lusso e un diamante da 10 carati, tutti a casa di un soggetto che si autodefiniva «una gallina dalle uova d’oro» e che era in grado di “impastare” altre persone nella organizzazione. Il soggetto in questione è Luca Esposito, genero di Patrizio Bosti, due giorni fa inchiodato in cella.

Spiega il colonnello dei carabinieri Andrea Leo: «All’Interno dell’appartamento un fabbro aveva costruito un bunker. Lo abbiamo individuato in un bagno, di una stanza, al piano meno uno. C’era una intercapedine, abbiamo rotte le pareti e abbiamo sfruttato un piccolo varco per entrare in questa stanza del tesoro. Abbiamo visto mazzette di denaro in un doppio strato di sotto vuoto e varie scatole di orologi e nel conteggio di queste mazzette emerge un quantitativo di denaro spropositato».

Le parole del procuratore Gratteri

Nel corso della conferenza stampa in Procura, Nicola Gratteri conferma le sue perplessità in materia di carcere duro e di rapporti tra pezzi della borghesia e la camorra. In sintesi, il procuratore di Napoli ricorda che i boss continuano a imporre ordini nonostante il regime di 41 bis: «Bisognerebbe andare a ritroso e capire di chi è la responsabilità, chi ha autorizzato una serie di concessioni che rendono – di fatto – il carcere duro come un sistema a maglie larghe dove chi è ristretto da anni continua a dettare ordini all’esterno».

Non manca un affondo contro pezzi della borghesia. Spiega il procuratore Gratteri: «Non c’è camorra senza consenso; il potere mafioso si nutre di consenso; quando sono arrivato qui a Napoli non immaginavo di trovare questo livello di evoluzione della camorra imprenditoriale».

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Antonio Sabbatino
Antonio Sabbatino
Iscritto all'Albo dei pubblicisti dall'ottobre 2012, ho sviluppato nel corso degli anni diverse competenze frutto dell’esperienza sul campo in ambito politico, sociale e di cronaca, sia bianca che nera. Sono stato conduttore radiofonico di programmi musicali presso Radioattiva, radio web napoletana e redattore e collaboratore di diverse testate online. Attualmente sono inviato per il quotidiano Roma, il più antico giornale napoletano, di InterNapoli.it che rappresenta una delle realtà più dinamiche del panorama giornalistico napoletano, campano, la neonata testata Tell che approfondisce i grandi temi politico-sociali a più livelli e Comunicare il Sociale rivista specializzata di Terzo Settore.
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