Nessun capo del gruppo delle Case Celesti. Dunque nessuno ‘scettro’ del comando passato dal padre al figlio. La Seconda Sezione della Corte d’Appello di Napoli, dopo una lunga camera di consiglio durata diverse ore, ha assolto Crescenzo Marino dall’accusa di essere stato il capo del clan Marino e di aver ereditato il gruppo un tempo retto da suo padre, Gennaro Marino, detto ‘o McKay.
Il processo che ha visto coinvolto Marino ha assunto negli ultimi tempi una rilevanza mediatica e perfino internazionale, vista l’amicizia nota e pubblica tra l’imputato e il rapper Geolier.
Numerosi infatti sono stati gli articoli di giornale e i contenuti pubblicati sui social (soprattutto dopo la partecipazione di Geolier al Festival di Sanremo) che sottolineavano il legame stretto tra i due giovani. Un’amicizia mai nascosta, che lo stesso Geolier ha più volte celebrato nei suoi brani, come nella canzone “Nun sacc’ perdere” contenuta nell’album “Dio lo sa – Atto III”.
Fondamentale per la svolta in Appello si è rivelato il lavoro dei difensori: i penalisti Luigi Senese, Saverio Senese ed Emilia Granata, dello studio dell’avvocato Luigi Senese. Dopo la condanna a 10 anni in primo grado, Marino junior è stato assolto con formula piena.
Un lavoro determinante, quello della difesa, che — pur a fronte di numerose intercettazioni e delle dichiarazioni di collaboratori di giustizia — è riuscita a smontare la tesi accusatoria e a ottenere il riconoscimento dell’innocenza per il giovane, che ora torna libero.