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giovedì, Aprile 25, 2024
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Decreto Sicurezza, anche i sindaci di Marano e Mugnano ‘si ribellano’ a Salvini: sì alla proposta di Potere al Popolo

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Stop al Decreto Sicurezza del ministro dell’Interno Matteo Salvini: Potere al Popolo lancia la proposta e i sindaci Pd di Marano e Mugnano, Rodolfo Visconti e Luigi Sarnataro, raccolgono. Sulla scorta di quanto dichiarato da alcuni primi cittadini italiani, da Leoluca Orlando a Palermo passando per Luigi de Magistris a Napoli e Dario Nardella a Firenze, gli amministratori locali del territorio a Nord di Napoli si dicono pronti ad opporsi al Dl n.113/2018 che prevede, fra le altre cose, una stretta sui migranti in termini di ottenimento dei documenti per circolare sul suolo italiano e comunitario, il depotenziamento del progetto Sprar per l’accoglienza dei richiedenti asilo e il pericolo di carcerazione per i blocchi stradali in casi di manifestazioni pubbliche e di protesta.

Ad inoltrare la richiesta di sospensione degli effetti del Dl Salvini, gli attivisti locali di Pap, il movimento politico nato dall’esperienza dell’ex Opg di Materdei. In una lettera aperta chiedono esplicitamente ai sindaci Visconti e Sarnataro di “sospendere il dl sicurezza e, quindi, di assegnare la residenza anagrafica e i servizi ad essa connessi a quanti ne facciano regolare richiesta” e “di schierarsi a favore della giustizia sociale, dei più deboli e di coloro che in questo momento si vedono sottrarre un diritto fondamentale” rifiutando così “politiche fortemente classiste e discriminatorie” che secondo Potere al Popolo sarebbero contenute nell’impianto del Decreto Sicurezza. Nonostante differenze politiche spesso abissali con Pap, i primi cittadini democrat, come detto, si mostrano sensibili alla proposta. «La mia posizione sull’accoglienza è chiara – afferma il sindaco di Marano Rodolfo Viscontibisogna aiutare chi è in difficoltà, è un dovere di un amministratore pubblico. Tutto il resto passa in secondo piano. Faccio l’esempio della persona di San Rocco di Marano che dorme in macchina. Io poi ho già detto che se Marano avesse avuto un porto, avrei accolto i migranti ora sulla Sea Watch». A comporre un appello simile al sindaco Visconti anche Stefania Fanelli di Sinistra Italiana e eletta al consiglio comunale con la lista l’Altra Marano. Il primo cittadino del Comune di corso Umberto I «segua l’esempio di tanti Sindaci, da Napoli a Palermo, da Parma a Firenze. La non applicazione del dl Salvini non e’ un mero atto di disobbedienza civile. Un atto di resistenza nei confronti di chi continua a violare i diritti umani. Marano ha gia’ dimostrato di saper promuovere buone pratiche di accoglienza ed integrazione. La nostra citta’, in virtu’ , di una delibera di consiglio comunale si è dichiarata antifascista ed antirazzista, nonchè ai sensi dell’art. 4 dello statuto comunale. Compia un atto di Resistenza anche tutta l’amministrazione comunale di Marano».

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Anche il primo cittadino di Mugnano Luigi Sarnataro – un passato nel mondo delle cooperative che si occupano di integrazione – non si tira indietro. «Faccio mia la richiesta di Potere al Popolo. Voglio anche ricordare che il sottoscritto, ancora prima di Orlando e de Magistris, ai quali va tutto il mio sostegno in questa battaglia, si era già detto fortemente contrario al dl sicurezza di Salvini. Nella città di Mugnano ci sono diversi centri d’accoglienza nei quali ci sono centinaia di persone. Applicando il provvedimento del ministro dell’Interno, chi ne avrebbe diritto invece di vedersi garantito il passaggio dai Cas agli Sprar finirebbe in strada». Sarnataro si dice pronto anche ad affrontare l’eventuale processo in cui i sindaci andrebbero incontro per non aver applicato una legge dello Stato: «Faremo le valutazioni anche con la nostra Avvocatura comunale, ma non temiamo gli eventuali risvolti di legge. Salvini ha detto che i sindaci ostili al decreto si dovrebbero dimettere, invece è lui a doverlo fare per come sta trattando la questione migranti in Italia». Poche settimane fa la medesima richiesta di sospensione al Dl Salvini arrivò anche al sindaco di Quarto Antonio Sabino da alcuni gruppi politici e comitati territoriali a Quarto secondo cui “la normativa in oggetto sia connotata in maniera fortemente razzista e classista” e che da una attenta lettura ne emergerebbe, piú che un indirizzo politico risolutivo, una ferma volontà “punitiva e di marginalizzazione sociale”, soprattutto in tema di immigrazione”.

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