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domenica, Maggio 5, 2024
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Detenuta si lascia morire di fame, la Garante: “Nessuno ci aveva informato”

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Una detenuta nel carcere di Torino “si è lasciata morire di fame”. A comunicare la notizia della morte della 43enne nigeriana è il sindacato autonomo di polizia penitenziaria Sappe, secondo il quale “a nulla sono servite le sollecitazioni ad alimentarsi da parte dei medici e del personale”. Secondo quanto riferisce il Sappe, la donna è deceduta intorno alle tre della scorsa notte nella articolazione di salute mentale riservata a detenuti con disagi di carattere psichiatrico. La polizia penitenziaria ha chiamato subito il personale medico ma l’intervento si è rivelato inutile.

Il sindacato riferisce inoltre che la donna – con un fine pena previsto nell’ottobre del 2030 – era entrata in carcere poco dopo la metà di luglio e “da subito aveva rifiutato di assumere alimenti, di ricevere cure e sollecitazioni a mangiare, di farsi ricoverare in ospedale”.

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“Una delle regioni d’Italia con il maggior numero di detenuti”

“In Piemonte – osserva Vicente Santilli, segretario regionale del Sappe – vi sono 13 istituti penitenziari sui 189 nazionali. La capienza regolamentare regionale stabilita per decreto dal ministero della Giustizia sarebbe di 3.999 reclusi, ma l’ultimo censimento ufficiale, al 31 luglio 2023, ne ha contati 4.036. Questa è dunque una delle regioni d’Italia con il maggior numero di detenuti. Le donne sono complessivamente 160 mentre gli stranieri ristretti sono circa 1.600” Per Donato Capece, segretario generale del Sappe, “la situazione sanitaria nelle carceri resta allarmante e l’emergenza non è superata”.

“Anche la consistente presenza di detenuti con problemi psichiatrici – aggiunge – è causa da tempo di gravi criticità per quanto attiene l’ordine e la sicurezza. Servono interventi concreti. Da decenni chiediamo l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per farli scontare le pene nelle carceri dei loro Paesi; chiediamo inoltre di prevedere la riapertura degli Ospedali psichiatrici giudiziari. Ma servono anche più tecnologia e più investimenti”.

LE PAROLE DEL GARANTE

“Sono rammaricata, ma dal carcere non ci sono mai giunte segnalazioni relative al caso di questa persona”. E’ quanto afferma Monica Cristina Gallo, garante comunale per i diritti dei detenuti a Torino, interpellata dall’ANSA in merito alla donna rinchiusa alle Vallette morta la scorsa notte dopo avere rifiutato per settimane cibo e assistenza medica.

“I nostri contatti sono regolari – afferma – eppure nessuno ci aveva informato. Probabilmente non sarebbe cambiato nulla. Però, almeno, avremmo potuto attivare le nostre procedure e tentare qualcosa”. “Provo rammarico – conclude Gallo – perché le informazioni, in chiave preventiva, andrebbero scambiate. Credo che sia il minimo. Si tratta di salvare delle vite”.

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