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giovedì, Aprile 18, 2024
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«Dopo l’omicidio di Mocillo ce ne andammo», gli assetti nella Vanella dopo il delitto Magnetti

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L’ordinanza di custodia cautelare relativa all’omicidio di Pasquale Malavita che ha portato tre giorni fa all’arresto di Giacomo Migliaccio (leggi qui l’articolo) è interessante non soltanto perchè rivela i retroscena di quell’omicidio e i rapporti tra la Vanella Grassi e gli Amato-Pagano. Oltre questo nelle pagine del provvedimento, grazie a diversi collaboratori di giustizia, viene fatta luce sugli assetti della Vanella Grassi dopo la ‘girata’ dal clan Di Lauro. Posizionamenti mutevoli che rivelano molto della storia criminale recente del gruppo del centro storico di Secondigliano. Tra le testimonianze più rilevanti quella dell’ex ras della Vanella Grassi Mario Pacciarelli che ha spiegato cosa accadde all’interno del gruppo dopo un omicidio eccellente, quello di Luigi Magnetti.

I verbali del pentito Pacciarelli

«Dopo la morte di Luigi Magnetti venne da me Antonio Accurso e chiese a me e ad Alessandro Grazioso di andarcene dalla Vanella Grassi per un certo periodo di tempo
poiché si riteneva in giro, che io e Grazioso fossimo alla base della discussione tra
Luigi Magnetti e Salvatore Petriccione; la mamma di Ennino, Antonio Mennetta che all’epoca era in carcere, andò a casa di Alessandro Grazioso e gli disse: “Non scendete che vi vogliono ammazzare anche voi”. Cosa che aveva sentito dalla sua famiglia, ossia da Petriccione e da Rosario Guarino. Io e Grazioso ci spostiamo ed io me ne vado a casa mia nel Parco Vincenzo Esposito di Secondigliano. Rimango lì fino alla fine del 2007 ed inizi del 2008 allorché mentre mi trovavo a casa di Grazioso, dietro al Pizzo, mi arriva sul cellulare una telefonata del cugino di mia moglie, Umberto De Vitale che mi convoca a casa sua nella Vinella; io ci vado da solo e lui mi dice che mi va cercando Gio Banana. La Vinella mi riprende con il ruolo di pusher sulla piazza della Vanella Grassi, su cui andai a lavorare sulla piazza della Vinella. Su quella piazza si vendeva eroina e cocaina, pezzi da 13 euro, per il 2008-2009 e poi fu messo in aggiunta anche il crack a pezzi da 15 euro; i capi piazza sono stati nel 2008-2009 Antonio Accurso che era il gestore con le macchine a sistema e tutto e Luca Raiano, che tenevano i pacchettini ed i libri mastri; poi a fine 2009 noi pusher: io
Grazioso e Frate siamo diventati capi piazza. I pusher per noi erano (…)
Noi siamo sempre stati in quota, la droga per la piazza ci veniva fornita: da Carlo
Matuozzo, l’eroina, e dagli Amato-Pagano, la cocaina; quando non arrivava
dagli Amato-Pagano la cocaina ce la procuravamo da trafficanti di Napoli».

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Il gruppo di fuoco della Vanella Grassi

«Il compito di trattare con gli Amato-Pagano per la droga era di Gio Banana e di
Salvatore Petriccione, mentre per i ‘privati’ di Napoli, si occupava Antonio Accurso; i rapporti con Carlo Matuozzo erano tenuti da Gio Banana. Io ho continuato come capo piazza sino al 2011, all’epoca della scissione tra noi e gli Amato-Pagano, allorché io venni inserito nel gruppo di fuoco della Vanella Grassi composto in quel momento dai principali esponenti della famiglia Petriccione-Magnetti: ossia Rosario Guarino, Antonio Mennetta che
era uscito ed era diventato capo insieme a Fabio Magnetti e Guarino, lo stesso Magnetti  e poi io, Alessandro Grazioso, Ciro Barretta, Gennaro Lucarelli. Come componenti del gruppo di fuoco eravamo ammessi in tutte le riunioni».

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