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giovedì, Aprile 25, 2024
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«Ma non doveva parlare con noi?», l’ironia del boss Migliaccio contro il ras Malavita

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Sono diversi i collaboratori di giustizia che hanno tirato in ballo Giacomo Migliaccio in relazione all’omicidio di Pasquale Malavita avvenuto a Villaricca il 1 ottobre 2010. L’uomo è gravemente indiziato, in concorso, di omicidio volontario aggravato per aver agito con premeditazione e per motivi abietti o futili, lesioni personali aggravate, detenzione e porto abusivo di armi, reati tutti aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose. Malavita trovò la morte perchè si sarebbe lamentato con sodali della Vanella Grassi di non ricevere un adeguato “stipendio”. Questi ultimi, timorosi di un’eventuale collaborazione con la giustizia del Malavita, avrebbero richiesto ed ottenuto dai vertici del clan Amato-Pagano, tra i quali anche il Migliaccio, l’autorizzazione ad eliminarlo. Migliaccio all’epoca era uno dei luogotenenti sotto Mariano Riccio che all’epoca era il reggente degli Scissionisti. Per tali ragioni, la vittima venne attirata in una trappola: convinto di essere stato convocato per essere ascoltato sulle sue rimostranze, nel pomeriggio del primo ottobre 2010, proprio nel mentre si stava recando all’incontro in compagnia di Antonio Vanacore, anche quest’ultimo inconsapevole di quanto sarebbe successo di lì a poco, veniva freddato dal commando armato; nella circostanza, Vanacore rimaneva ferito ad un orecchio.

Le dichiarazioni del pentito contro Migliaccio

Tra coloro che hanno spiegato ai magistrati i motivi e il contesto entro cui maturò il delitto c’è Rosario Guarino ‘Joe Banana’, ex colonnello della Vanella Grassi:«Fabio Magnetti mi spiegò la dinamica: mi disse che per sbaglio venne colpito anche Antonio Vanacore peraltro inconsapevole, per come ho spiegato. Mi disse che l’avevano intercettato nei pressi della Rotonda di Villaricca e che i primi due colpi erano stati esplosi all’altezza delle schiena, in alto; poi Pasquale Malavita cadde. Fabio Magnetti scese dallo scooter e lo finì con i colpi alla testa; il revolver aveva sei colpi. Dopo due giorni Giacomo Migliaccio mi incontrò a Melito nei pressi del garage dove c’è il bar ad angolo ed ironizzò sul Malavita dicendo: “Ma non doveva venire a parlare con noi?” e si chiuse il discorso di Pasquale Malavita».

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