Cinque ergastoli per l’imprenditore ammazzato dal clan Polverino per vendetta. Questa la sentenza emessa ieri dalla prima sezione della Corte d’Assise di Napoli. Pena massima per il boss Giuseppe Polverino, Salvatore Liccardi, Salvatore Simioli, Salvatore Cammarota e Claudio De Biase,
I retroscena dell’omicidio Amelio
Enrico Amelio non doveva essere ucciso dai Polverino, ma quella ‘lezione’ che il clan voleva impartirgli si trasformò in un omicidio. Fu Gaetano D’Ausilio, pentito del clan Polverino di Marano, a svelare agli investigatori tutti i retroscena dell’omicidio dell’imprenditore edile. Secondo il racconto del pentito, il killer dei Polverino che sparò 4 volte contro l’imprenditore edile sarebbe stato Claudio De Biase, mentre gli specchiettisti che attirarono nella trappola al corso Italia quel martedì sera Amelio sarebbero stati Salvatore Liccardi “Pataniello” e lo stesso Gaetano D’Ausilio. Enrico Amelio era andato a trovare lo zio Leonardo, quando fu avvicinato nei pressi della scuola media statale “Piero Gobetti”: il killer arrivò a pochi passi da lui e sparò tre colpi alla gamba destra e uno solo alla gamba sinistra. Quella pistolettata, però, recise la femorale e l’imprenditore morì dopo un’ora di agonia nella rianimazione dell’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli.
L’agguato