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Roma a luci rosse, così nascevano i film porno della camorra

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Ci sono anche Antonio Nicoletti, figlio di Enrico, ex tesoriere della banda della Magliana (nella nota serie Sky sotto il nome di Er Secco), e Vincenzo Senese, figlio del boss Michele ’O pazz’, tra le 18 le persone finite nell’ordinanza del gip di Roma accusate a vario titolo di estorsione, usura, fittizia intestazione di beni, riciclaggio, autoriciclaggio e reimpiego in attività economiche di proventi illeciti (reati aggravati dalla commistione con i clan di camorra ‘ndrangheta e mala romana).
Dalle indagini condotte dalla Dda di Roma emerge il salto di qualità fatto dai rampolli di vecchi boss, che sognavano di portare a Roma la nuova camorra organizzata in tandem.
Per gli inquirenti, gli indagati hanno mostrato una piena “consapevolezza della necessità di superare le logiche del controllo geografico e la progressione verso un modello organizzativo in cui il paradigma associativo diventa  sistema”.

Un sistema oliato in grado, secondo i pubblici ministeri, di riciclare denaro in diversi settori, tra cui quello cinemagrafico, anche di genere porno, attraverso società intestate a prestanome e servendosi di professionisti e imprenditori compiacenti. Centrale è la figura del produttore cinematografico Daniele Muscariello, già arrestato lo scorso anno per riciclaggio.

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Redazione Internapoli
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