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venerdì, Marzo 29, 2024
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Fortunato Cerlino e il Far West di Pianura: “Sono cresciuto tra le pallottole”

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Chi nasce tunno nun po’ murì quadro: un concetto che avrebbe potuto segnare la vita di Fortunato Cerlino. Il napoletano è stato consacrato come attore dalla carriera teatrale, ma soprattutto dal ruolo di Don Pietro Savastano, interpretato nella serie televisiva di grande successo “Gomorra”.

“SE VUOI VIVERE FELICE”

Oggi Cerlino si propone al pubblico anche in veste di scrittore. Nel suo libro “Se vuoi vivere felice”, l’attore racconta la sua infanzia a Pianura, quartiere di Napoli. Fortunato è cresciuto nel cosiddetto “Far West” dove i morti ammazzati non si contavano. I suoi compagni di scuola, alle medie, erano ragazzi difficili, provenienti da famiglie di criminali. “Chi nasce tunno non po’ murì quadro” – diceva spesso al piccolo Cerlino il suo amico Tonino Naso ‘e Cane. Tonino, figlio di un boss condannato al carcere per omicidio e rapina, era convinto che il suo destino fosse segnato. Il ragazzino sosteneva che sarebbe inevitabilmente diventato come suo padre. Fortunato, già all’età di 10 anni, aiutava suo padre, il quale faceva ‘o zappatore, a lavorare i campi.

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L’INFANZIA NEL “FAR WEST” DI PIANURA

L’attore partenopeo ha raccontato durante un monologo per il programma tv “Nemo” una serie di episodi che hanno condizionato e determinato la sua maturazione. “Diedi una testata ad un ragazzo perchè aveva scritto sul mio libro di algebra la parola ‘zappatore’, con l’intento di prendersi gioco di mio padre.” – ha spiegato l’interprete conosciuto come Don Savastano. Papà Cerlino era un uomo onesto, un lavoratore “umiliato dai licenziamenti, messo in ginocchio da una politica sociale che non si cura degli ultimi”. Era pericoloso vivere a pianura per i ragazzini. L’ asfalto scadente degli appalti della camorra, un campo minato. “Era facile mettere piede nel posto sbagliato e saltare in aria con tutti i propri sogni.”– ha ricordato tristemente lo scrittore. Fortunato si sentiva confinato in una realtà assassina dove vedeva i suoi conoscenti morire con un colpo in fronte.

CHI NASCE TUNNO PO’ MURI’ PURE QUADRO

Cerlino ha dedicato il suo primo provino teatrale ad un ragazzino del quale non ha mai dimenticato la tragica morte. Tutti lo chiamavano “Spiderman” perchè fin da piccolo si arrampicava sui palazzi per compiere furti negli appartamenti. Un giorno Spiderman cadde da un piano alto e la sua vita fu stroncata in un attimo. La vista di quel cadavere in una pozza di sangue provocò nell’attore un forte dolore e da allora capì che avrebbe voluto trasformare la sua realtà. “Tra le pallottole e i libri, ho scelto i libri” – ha affermato con fierezza – “Sogni e fantasia possono far sì che il destino cambi. Chi nasce tunno po’ murì pure quadro”.

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