La corte d’assise di Milano ha ordinato una perizia psichiatrica per Alessandro Impagnatiello, accusato dell’omicidio della compagna Giulia Tramontano, incinta del piccolo Thiago. La corte ha rimandato la nomina dei periti e ha aggiornato l’udienza al 27 giugno per l’assegnazione dell’incarico ai periti. Secondo lo psichiatra Raniero Rossetto, che ha svolto una consulenza difensiva per l’ex barman a processo, la scoperta delle due relazioni parallele di Impagnatiello ha provocato in lui “un vero e proprio psicotrauma, una ferita narcisistica estremamente potente, lasciandolo esposto e vulnerabile rispetto al piano che aveva elaborato”.
Discrepanze nelle testimonianze di Impagnatiello
Ci sono inoltre discrepanze tra quanto ha affermato in aula Alessandro Impagnatiello, imputato a Milano per l’omicidio di Giulia Tramontanto, la sua fidanzata al settimo mese di gravidanza, e quanto risulta dagli atti delle indagini come le copie forensi del suo telefono o gli esiti dell’autopsia. E’ quanto emerge da alcune domande per precisazioni poste al barman dal pm Alessia Menegazzo. In particolare, tra le incongruenze evidenziate dall’accusa, una riguarda la vacanza a Ibiza con Giulia, poche settimane prima di ucciderla. Il 31enne ha detto che si sarebbe dimenticato dell’altra ragazza con cui aveva una relazione parallela al punto da non rispondere nemmeno ai messaggi che gli inviava. «E’ sicuro di quello che ha raccontato? – chiede il pubblico ministero – Perché le copie forensi raccontano altro.
In tre giorni troviamo oltre 500 scambi tra foto e messaggi». E lui: «sì è vero, mi scriveva, mi cercava, io tardavo a risponderle, mi ero distanziato moltissimo da lei». Per esempio «la foto del mare, ma era un rispondere ai dieci, venti messaggi che mi mandava, era una cosa minuscola rispetto al nostro standard». Inoltre dall’esame autoptico, diversamente da quanto ha affermato alla scorsa udienza ossia che quando ha accoltellato Giulia lei era accovacciata davanti a un mobile in sala per cercare un cerotto per via di una piccola ferita, non risulta alcun taglio alla mano: «No, dice lui, si era tagliata a un dito, ma non gravemente», ha replicato al pubblico ministero. Tra le altre incongruenze messe in luce dalla Procura, anche quella in merito a «una discussione pacifica» tra lui e Giulia, poco prima dell’omicidio. Versione data alla scorsa udienza dall’uomo e che stride con le «urla di una donna» sentite da una vicina convocata come teste.