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Imprenditore non paga, il clan lo massacra di botte: “Gli ho sfondato i timpani”

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È nei dialoghi captati, più che nelle immagini delle telecamere, che emerge la ferocia del gruppo legato al clan Licciardi, fortemente falcidiato dalla recente operazione dei carabinieri del comando provinciale di Napoli che hanno eseguito 22 ordinanze di custodia cautelare. Tra gli atti emerge la vicenda del mancato pagamento di 30mila euro da parte di un imprenditore al suo socio che si era poi servito della cosca della Masseria Cardone per tornarne in possesso del denaro.

Secondo gli inquirenti, dopo il primo pestaggio del 16 settembre 2022, l’imprenditore continuava a non pagare. Una scelta che avrebbe mandato su tutte le furie Paolo Abbatiello. Due settimante più tardi, infatti, il suo motoveicolo viene ripreso più volte lungo via Mergellina e via Posillipo con a bordo anche Giuseppe Celentano. I due si fermano pochi minuti al Bar Rivalta, poi scompaiono dalle telecamere.

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La conferma di ciò che accadde è, secondo gli inquirenti, racchiuso nelle parole di Luigi Esposito che ne parla con Gennaro Esposito ed altre due persone presenti in casa. Il racconto è diretto, senza filtri.

“Gli ho sfondato i timpani”, dice Luigi Esposito, descrivendo la violenza con cui avrebbe colpito la vittima.

Ma non solo. Sempre Esposito aggiunge un altro particolare che aggrava il quadro:
“Quello lo ha picchiato Paoluccio”, riferendosi alla partecipazione diretta di Abbatiello al pestaggio.
Il quadro, così come ricostruito nella misura cautelare, è quello di un’estorsione gestita con una pressione crescente, in cui ogni ritardo nel pagamento veniva interpretato come una sfida all’organizzazione. Una sfida da stroncare con la violenza: fino a “sfondare i timpani”.

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