giovedì, Agosto 14, 2025
HomeModaIndustria della cosmesi in Italia: le previsioni per il 2025

Industria della cosmesi in Italia: le previsioni per il 2025

Se c’è un comparto che, negli ultimi anni, si è distinto per resilienza e capacità di innovare, questo è la cosmetica. Ancora una volta, l’Italia si distingue per gli ottimi numeri delle aziende attive nel campo.

L’industria della cosmesi italiana è un settore in forte crescita, con previsioni molto positive per il 2025. Il settore coinvolge numerose realtà produttive e commerciali, dalle aziende che sviluppano e producono prodotti cosmetici fino ai distributori e rivenditori. L’indotto è vasto e comprende anche fornitori di servizi legati al benessere e alla bellezza, inclusi i centri olistici (il cui ruolo è ben descritto nel sito ayurway.it, azienda specializzata in cosmetici ayurvedici), che integrano l’uso di prodotti naturali.

Cosa aspettarsi per il prossimo anno? Scopriamolo assieme nelle prossime righe.

Cosmetica in Italia: prospettive e sfide per il prossimo futuro

La cosmetica in Italia, un settore profondamente trasformato dal web tra e-commerce e cambiamenti nelle modalità di comunicazione da parte di aziende e creator, sta vivendo, come già detto, una parentesi felice in Italia.

Un momento prezioso della discussione sul futuro di questo comparto è andato in scena la scorsa estate a Milano. Il 24 giugno, infatti, si è svolta l’assemblea pubblica dell’associazione Cosmetica Italia, uno dei player principali del settore a livello nazionale.

In questo contesto, si è posto l’accento su novità importanti, tra le quali è possibile menzionare in primis l’istituzione, in seno al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, di una divisione dedicata al mondo della cosmetica, ma anche all’universo del tessile, della moda e degli accessori.

Si è parlato anche di numeri, sottolineando che, dopo un 2023 che si è chiuso con un giro d’affari superiore ai 15 miliardi di euro, la previsione per il 2024 parla del raggiungimento di un fatturato pari a 16,6 miliardi.

Cosa dire, invece, in merito al 2025? Le previsioni sono più che rosee e prospettano un volume d’affari superiore ai 18 miliardi di euro.

Le previsioni sono all’insegna della positività anche per quanto riguarda il volume dell’export. Ad oggi, questo ambito pesa per circa il 46% sul giro d’affari generale del settore della cosmetica nel nostro Paese.

A fronte di numeri attorno ai 7 miliardi nel 2023, si prospetta, per l’anno prossimo, il raggiungimento di un fatturato superiore agli 8.

Il comparto della cosmetica, come sottolineato sempre durante l’evento milanese dal Ministro Urso, intervenuto in collegamento video, è uno dei pilastri fondamentali per l’industria del sistema Paese Italia.

Gli ultimi anni, nonostante la battuta d’arresto del Covid, dopo la quale le aziende si sono riprese al meglio, sono state all’insegna della crescita sia del fatturato, con un impatto notevole sul PIL nazionale, sia del numero di occupati.

Le sfide del futuro

Tra le sfide per il futuro del comparto rientra, oltre al mantenimento degli ottimi numeri di quest’ultimo periodo, anche il focus sulla transizione ecologica.

Da non dimenticare è anche l’impegno congiunto, che vede in primo piano aziende e realtà come Confindustria e Federchimica, finalizzato all’ottimizzazione dell’accessibilità dei prodotti dal punto di vista economico.

Tra gli obiettivi di maggiore centralità rientra la riduzione dell’IVA.

Anche se i numeri dell’export sono eccellenti, si lavora pure a un miglioramento della competitività delle aziende.

Si andrebbe così a contribuire alla crescita globale di un settore che, nel giro di poco tempo, è cresciuto tantissimo. Le previsioni per il 2027 parlano del raggiungimento, su scala mondiale, di un giro d’affari superiore ai 700 miliardi di dollari.

C’è quindi uno spazio di opportunità unico per le aziende italiane che, soprattutto quando si parla di attenzione alla sostenibilità, hanno dimostrato, in questi anni, una capacità di cambiare pelle in maniera intelligente e ricettiva delle richieste di un’utenza consapevole e attenta alla qualità delle materie prime.