mercoledì, Luglio 30, 2025
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L’innovazione sanitaria riduce la mortalità dei tumori, ma non è per tutti

L’innovazione frutto della ricerca clinica ha permesso una riduzione del 28% della mortalità per i cinque tumori più pericolosi (polmone, colon retto, pancreas, mammella, prostata). L’obiettivo è fare in modo che questi progressi raggiungano tutti i cittadini, compresi quelli più fragili, ma attualmente sono ancora forti le disparità regionali. E’ stato evidenziato in un report su innovazione e salute a Roma.

Innovazione in ricerca clinica: ha ridotto la mortalità del 28%

L’innovazione realizzata nella ricerca clinica ha ridotto del 28% la mortalità dei tumori più pericolosi e letali: polmone, colon retto, pancreas, mammella, prostata. Intelligenza artificiale, telemedicina, terapie personalizzate, sono tutti fattori che contribuiscono alla ricerca e rivoluzionano la medicina. Le nuove tecnologie hanno anche aumentato la velocità delle cure, ma soprattutto hanno reso la medicina più precisa e personalizzata. L’innovazione ha contribuito a salvare tantissime vite e a migliorare la gestione di molte patologie croniche, come il diabete, l’artrite reumatoide, la sclerosi multipla.

Il report a Roma: l’importanza di rendere l’innovazione accessibile a tutti

L’impatto dell’innovazione è stato sottolineato dal report “Innovation Starting Point – Prospettive Passate e Future in Sanità” presentato all’evento Health Innovation Show, promosso dalla Fondazione Mesit (Medicina Sociale e Innovazione Tecnologica) presso lo Spazio Field del Palazzo Brancaccio a Roma. L’evento riunisce esperti e operatori sanitari. Si è discusso di come sia importante la medicina sociale come approccio per un sistema sanitario più equo e accessibile a tutti. Come afferma anche il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, l’innovazione per funzionare al meglio deve essere accessibile a tutti. Se c’è un nuovo dispositivo medico o un farmaco innovativo, bisogna fare in modo che tutti i cittadini abbiano la stessa possibilità di essere curati. Da qui si evince il ruolo della medicina sociale, come mezzo per garantire a tutti i cittadini la qualità delle cure.

Ancora presenti le disparità regionali 

Nonostante l’efficacia riconosciuta dell’innovazione, sono ancora presenti forti disparità regionali in Italia per quanto riguarda le cure sanitarie. Questo rallenta l’adozione dell’innovazione, che non è uguale in tutte le regioni e quindi non è ancora possibile assicurare le stesse cure a tutti i cittadini. Chi vive in un contesto di vita favorevole infatti, ha un’aspettativa di vita superiore di 33 anni rispetto a chi vive in contesti svantaggiosi.
Affinché l’innovazione diventi un reale progresso dobbiamo far sì che arrivi a tutti coloro che ne hanno bisogno, senza lasciar indietro nessuno. L’intelligenza artificiale, se ben governata rappresenta un’opportunità strategica per migliorare l’efficienza dei servizi sanitari e ottenere diagnosi più tempestive per tutti” spiega Marco Trabucco Aurilio, presidente della Fondazione Mesit.