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Inps, il divario sulle pensioni: in Campania sono di 200 euro inferiori a quelle della Lombardia

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Secondo i dati vi è una spesa maggiore al Nord, con forti differenze di genere. Al Sud vincono i sussidi.

Il divario tra Nord e Sud sulle pensioni

L’Italia è divisa anche nelle pensioni, con il Nord che registra pensioni più cospicue rispetto al Sud, dove la maggior parte della spesa dell’Inps è concentrata in servizi assistenziali. Nel Mezzogiorno, i pensionati sono meno e ricevono importi più bassi, con solo il 31% dei beneficiari dei servizi di previdenza residenti al Sud. La pensione media mensile nel Nord è di quasi 2.000 euro lordi, mentre nel Mezzogiorno si ferma a 1.500 euro. Questa differenza determina una percentuale più bassa della spesa delle pensioni dell’Inps nel Sud, rispetto al 30% totale. Il Rapporto Inps mostra che in Campania l’importo medio lordo delle pensioni è di 1.207 euro, inferiore a quello della Lombardia ma più alto rispetto alla Calabria. La maggior parte dei nuovi pensionati proviene dalle regioni settentrionali. In Campania, la maggior parte delle nuove pensioni sono per invalidità civile, così come in Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna. Le donne campane ricevono in media meno pensioni rispetto agli uomini e alle persone in Lombardia. Questo divario di genere si riflette anche sulle differenze territoriali.

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I sussidi del Sud

La pensionata campana riceve solo 695 euro al mese, uno dei valori più bassi in Italia. Il divario di genere è più alto al Nord, ma la Campania ha uno dei livelli più bassi a causa degli importi pensionistici più elevati al Nord. La regione è al primo posto nella graduatoria nazionale per i percettori del “Supporto per la Formazione e il Lavoro”, creato dal governo Meloni in sostituzione del Reddito di cittadinanza. Oltre il 78% dei beneficiari vive al Sud, di cui il 28% è campano. Nel settembre 2023 c’erano poco più di 10 mila percettori, ora sono quasi 29 mila. Il divario tra Nord e Sud è evidente anche nel numero di famiglie che usufruiscono di misure di supporto al lavoro, con il 69% dei beneficiari concentrato nelle quattro grandi regioni del Mezzogiorno. Tuttavia, molti percettori non caricano il proprio curriculum vitae sulla piattaforma di gestione della misura, essenziale per l’inserimento lavorativo. Inoltre, solo il 6% dei beneficiari è laureato, mentre il 41% ha solo la scuola elementare, evidenziando la necessità di formazione specialistica per accedere a un mercato del lavoro sempre più qualificato e informatizzato.

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