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venerdì, Aprile 19, 2024
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Le cliniche di Napoli si organizzano per il Coronavirus, già pronti 118 posti in terapia intensiva

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Il Cotugno è sotto pressione e con 34 pazienti ha già riempito tre dei 4 reparti dedicati ai malati di Covid-19. Lievitano anche i ricoverati in rianimazione: qui gli 8 posti disponibili sono saturi. Mentre la Asl Napoli 1 lavora allo svuotamento dalle degenze ordinarie e all’allestimento di posti intensivi da realizzare al Loreto Mare (destinato a diventare polo della Asl per l’emergenza epidemica) e il Monaldi si attrezza a rendere operativa una unità Ustir (Unità di terapia Sub intensiva respiratoria) dotata di 11 unità ad accesso indipendente (con caschi di respirazione un tempo destinati alla gestione dell’influenza H1N1) nel Piano regionale di emergenza per le rianimazioni ci sono da mettere nel conto anche le terapie intensive della rete del privato accreditato. Dal censimento effettuato nei giorni scorsi si evince che su questo fronte il totale generale delle disponibilità ammonta a 66 posti letto di terapia intensiva a cui aggiungere altre 52 unità di Terapia intensiva coronarica distribuite in 10 strutture.

Posti tecnici, che potrebbero tornare utili per accogliere i pazienti di Asl e ospedali che sarebbero in questo scenario dirottati al privato per liberare le rianimazioni del pubblico e in cui ospitare pazienti critici alle prese con il Coronavirus. Basta pensare che ieri, l’unità di terapia intensiva coronarica del Cardarelli, usata per la cura degli infartuati, è rimasta paralizzata con il blocco del personale sanitario per un caso sospetto in attesa del risultato del tampone a un paziente attaccato al respiratore che ha manifestato febbre e polmonite. Nel caso risultasse positivo quell’unità dovrebbe essere sgomberata e il personale andare in quarantena. In questo tipo di scenario, che potrebbe investire l’intera rete assistenziale pubblica, tornerebbero dunque utili gli 11 posti di terapia intensiva della Mediterranea che ha anche 12 unità per i cardiopatici infartuati. Così a Villa dei Fiori di Acerra, anch’essa già inserita nella rete per l’infarto, sono presenti 8 posti di Terapia intensiva e 6 di Utic per pazienti non contagiosi. Nelle altre province sono in totale 10 le unità a Pineta Grande, 13 alla Montevergine di Mercogliano, 5 a Mugnano, 17 più 7 alla San Michele di Maddaloni e ancora 2 a Villa dei Platani ad Avellino. E ancora 3 di Terapia intensiva e 4 di Utic a Betania e 4 più 4 al Fatebenefratelli rispettivamente di Napoli e Benevento. Posti che potrebbero diventare importanti per decongestionare strutture pubbliche impraticabili a causa dei contagi e da convertire a disposizione dei malati bisognosi di assistenza ventilatoria per la Covid-19.

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La Regione ha comunque in corso un piano generale per il raddoppio delle rianimazioni che passeranno da 322 posti a circa 800 ma bisogna pur considerare che in questo scenario i malati ordinari – che continuano a richiedere cure intensive per gravi traumi, ictus, infarti e altri accidenti cardiovascolari – devono poter continuare ad accedere in aree separate da quella degli infettivi.

Il grosso scoglio da superare è proprio logistico e organizzativo. Dal fronte delle Case di cura, tuttavia, viene lamentata la mancanza di direttive e indicazioni chiare da parte della Regione anche per quanto riguarda gli approvvigionamenti di dispositivi individuali di protezione di cui tutti si sono alla fine dotati acquistandoli a un costo lievitato di dieci volte in pochi giorni. Nella corrispondenza tra associazioni di categoria e Palazzo Santa Lucia sin da quando Codogno non era ancora zona rossa, si chiedeva di identificare in capo a Soresa un unico canale di approvvigionamento regionale per garantire economie di scala e scontare prezzi migliori. L’incedere degli eventi legati all’epidemia ha però travolto ogni sforzo in questo senso. Infine gli ambulatori: come è noto sono ora chiusi ovunque, sia nel pubblico sia nel privato ma chi ha avuto modo di disciplinare gli accessi e separarli dalla struttura ospedaliera sta continuando a lavorare. Per strutture dotate di pronto soccorso come Villa dei Fiori e Pineta Grande sono stati infine allestiti percorsi di accesso separati e disposto l’uso di mascherine.

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