Riconoscimento della continuazione con altra sentenza. Con questa motivazione Luigi Carella, conosciuto negli ambienti criminali come ‘a gallina, storico esponente del clan Licciardi e reggente per il clan della fazione del Berlingieri, ha ottenuto un consistente sconto di pena. Il ras era imputato in un processo per tentata estorsione per cui in primo grado aveva rimediato 17 anni. Il suo arresto era avvenuto nel giugno dello scorso anno ad opera dei carabinieri dei nuclei investigativi di Napoli e di Castello di Cisterna insieme con i militari della compagnia Napoli-Stella.
La tentata estorsione al garagista di Secondigliano
La tentata estorsione aggravata che era contestata a Carella risaliva al 2021: secondo quanto emerso dalle indagini il ras, su mandato diretto di Maria Licciardi, (arrestata il 7 agosto 2021 nell’aeroporto di Ciampino, mentre si stava recando all’estero, e oggi detenuta al carcere duro) avrebbe costretto il proprietario di un garage di Secondigliano a pagare il pizzo. Il clan della Vanella aveva imposto una tangente da 15mila euro al titolare dell’esercizio commerciale poi ridotti a 3mila grazie alla mediazione di Carella, e quindi della famiglia Licciardi, che mirava all’acquisizione delle quote societarie del garage.
In appello il quadro è stato ribaltato grazie alle argomentazioni dei legali di Carella, gli avvocati Michele Caiafa e Giuseppe Biondi (nel collegio difensivo anche Francesca Paesano) che hanno ottenuto una rideterminazione della pena grazie al riconoscimento della continuazione con altra sentenza rispetto alla quale Carella aveva già espiato oltre 11 anni. Quindi, dinnanzi alla Corte d’Appello di Napoli (IV sezione), per effetto di tale ricalcolo Carella ha rimediato solo 4 anni ma rispondeva per tre capi di imputazione, oltre a tentata estorsione anche estorsione e capo e promotore di associazione. Un risultato dunque ben oltre le più rosee aspettative.


