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martedì, Marzo 19, 2024
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Mamma tiktoker querelata dopo le offese alle insegnanti: “Basta violenza”

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Il figlio piagnucola perché non vuole fare i compiti assegnati e la mamma sbotta sui social con un video TikTok diventato virale: “Avete rotto. Fate schifo”. Arriva la querela di Professione Insegnante.

Non si placano le polemiche, arriva la querela

Non accenna a placarsi l’eco delle polemiche riguardo il video pubblicato da Emma Guidacci, mamma originaria di Palermo, su Tik Tok in cui si scaglia contro gli insegnanti per i troppi compiti. Professione Insegnante, nutrita comunità di docenti su Facebook, ha deciso di andare oltre e di querelare la mamma tiktoker: “Gli episodi di violenza verbale e non sono fuori controllo, non possiamo restare a guardare”. Il video, come è noto, è stato rilanciato dai media, visto e rivisto centinaia di volte. Alcuni insegnanti, però, hanno pensato che la misura fosse colma e hanno deciso di adire le vie legali.

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Le scuse di Emma Guidacci

Emma Guidacci, nonostante lo scellerato sfogo, ha subito chiesto scusa per le parole pronunciate nella piattaforma cinese, spiegando che era stata una reazione istintiva alle difficoltà che il figlio stava incontrando con i compiti scolastici: “L’ultima battuta è stata veramente eccessiva – aveva dichiarato la donna – chiedo scusa alla categoria per avere utilizzato la parola schifo. Il mio è stato un semplice sfogo di una donna stanca che vede il figlio che non ce la fa. Quello che provo io lo provano quotidianamente tante persone. In realtà raramente ho avuto problemi con i compiti e i miei bambini vanno bene a scuola. Ma in quel momento ho avuto una crisi e l’ho condivisa non mi sarei mai aspettata tutto questo vortice mediatico”.

L’amministratore del gruppo facebook contro la mamma siciliana

Salvo Amato, l’amministratore del gruppo Facebook si è esposto così: “Mi chiedo cosa sarebbe successo se avesse fatto la stessa cosa nei confronti di un carabiniere o di un altro funzionario dello Stato”.  Amato è l’anima del gruppo Facebook, poi diventato associazione, ProfessioneInsegnante.it. Dopo un sondaggio tra i soci –sono 190mila professionisti e professioniste, dalla primaria fino alle scuole superiori – il prof Amato ha deciso di querelare Emma Guiducci.

Non vogliamo spillare soldi a nessuno. Ma la violenza, verbale e non, contro gli insegnanti è un fenomeno drammatico e sempre più diffuso. Ed è sbagliato pensare che nascondendosi dietro allo schermo di un cellulare si possa dire qualunque cosa”.

Ho letto di tutto. Persino genitori che le danno ragione e la osannano – spiega Amato, professore in un istituto tecnico di Caltagirone, città metropolitana di Catania -. L’eco sui social è tale che tutti i principali quotidiani ne hanno dato notizia. Se avvenisse la stessa cosa quando un docente protesta per i propri diritti, sicuramente la categoria sarebbe ascoltata anziché essere ignorata da tutti. Offese all’intera categoria, offese inaccettabili che alcuni nei commenti sui social hanno anche osannato al grido di “sei tutti noi”.”.

Le scuse anche a Pomeriggio 5

La mamma tiktoker Emma Guiducci, dopo le polemiche, interviene a “Pomeriggio Cinque” e si scusa per le modalità con cui ha affrontato la questione. “Da parte mia è doveroso porgere le scuse ai maestri dei miei figli, io parlo di categoria e uso un termine, “schifo”, che non va utilizzato e di questo mi spiace”, esordisce la palermitana durante il collegamento con lo studio di Barbara d’Urso. La signora di Palermo ha preso le distanze da chi sta cercando di decontestualizzare il suo sfogo: “Riconosco di aver sbagliato nelle modalità, ma si sta sorvolando sul problema reale. Lo Stato si attivi immediatamente per aiutare i genitori che si trovano in questa situazione”. Quindi la mamma tiktoker rilancia: “Perché non viene fatto un bonus doposcuola. Si prendono i tanti insegnanti precari che hanno voglia di insegnare e gli diamo questa opportunità? Ma deve essere lo Stato a fare questo“.

Gli opinionisti della trasmissione televisiva si sono esposti affermando che la mamma palermitana ha messo in dubbio un problema che c’è e si vede, ma l’ha fatto con modi sbagliati e poco consoni.

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