Si è avvalso della facoltà di non rispondere Marco Manfrinati, l’ex avvocato 40enne, che ieri intorno l’ora di pranzo a Varese ha ucciso a coltellate l’ex suocero Fabio Limido, geologo 72enne, perché intervenuto in difesa della figlia Lavinia (37 anni).
Un rancore serbato nei confronti della ex e dei suoi familiari, esploso tragicamente all’esterno dell’ufficio di Fabio Limido, dove Lavinia cercava di trovare riparo. Stando ad una orima ricostruzione Manfrinati avrebbe speronato la vettura dell’ex moglie fino a costringerla a fermarsi. Ne è nata un’accesa discussione, prima che l’uomo colpisse con un coltello al volto ed al collo la 37enne, a quel punto è entrato in scena il papà di quest’ultima, che nel disperato tentativo di strapparla dalle grinfie del 40enne, è stato colpito con più fendenti all’addome e al torace.
Marco Manfrinati si sarebbe anche preso beffa dell’ex suocera, urlandogli “come sta tuo marito?”, mentre i soccorritori cercavano di salvargli la vita.
Dietro la furia omicida dell’uomo ci sarebbe una separazione difficile ed una causa intentata dall’ex contro di lui per stalking. Situazione che lo avrebbe portato a cancellarsi dall’ordine degli avvocati e a ricevere il divieto di avvicinarsi a Lavinia Limido e ai suoi familiari. Divieto esteso al figlio nato nel corso del matrimonio con la 37enne, seppur l’uomo non avesse mai avuto nei suoi confronti alcun comportamento violento.
Marco Manfrinati è stato rinchiuso in carcere ed è continuamente monitorato dalle guardie penitenziarie: si teme infatti che l’ex avvocato possa tentare il suicidio.
